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25 aprile 2023: divieti, manganelli e un’allegra passeggiata antifascista

La giornata del 25 Aprile a Trieste si potrebbe definire surreale e grottesca, ma al tempo stesso bellissima e di comunità. Un grazie di cuore a tutte le persone e realtà che, nonostante l’irricevibile divieto del corteo da parte della questura, hanno scelto di partire lo stesso, dando vita ad una passeggiata antifascista sulle zone pedonali. Un 18 TULPS invece all’ingente spiegamento di forze dell’ordine in antisommossa che con 5 camionette, agenti e digos ha bloccato ingiustificatamente il traffico di mezza città.
Il movimento antifascista triestino ieri ha risposto unito e determinato alla chiamata del collettivo Burjana alla costruzione di un 25 aprile diverso, antitetico all’ormai ingessato siparietto istituzionale di finto rispetto alla memoria della Resistenza e delle persecuzioni nazifasciste. Volevamo arrivare insieme fino alla Risiera, denunciando sì l’ipocrisia delle istituzioni, in questa giornata che dovrebbe essere di condivisione e ricordo, ma senza mancare di rispetto al luogo di memoria che è la Risiera. Era stato dichiarato fin dall’inizio, e ribadito in diversi interventi lungo la strada.
Il questore Ostuni, invece, inventa oggi fantomatiche minacce e rischi posti dalla passeggiata alle celebrazioni ufficiali per giustificare la sua maldestra incompetenza e inettitudine nel gestire il famoso ordine pubblico. Dichiara: “L’intenzione dei manifestanti era di entrare in Risiera durante la cerimonia e disturbarla”. Niente di più falso. Infatti la passeggiata si è conclusa esattamente come era stata immaginata e comunicata fin dall’inizio: al di fuori della Risiera.
Il questore non cerchi di scaricare su di noi la sua incapacità nel gestire il malcontento generale. In un sol colpo, è riuscito a negare il diritto a celebrare la giornata della Liberazione sia a chi ha partecipato alla passeggiata, sia a chi si è ritrovatə esclusə dalle celebrazioni ufficiali per pericoli mai esistiti, e si vergognino i giornalisti che, con orwelliana omertà, danno voce acritica a queste dichiarazioni. È stato il questore a decidere di schierare – senza un motivo concreto – agenti in tenuta antisommossa di polizia, guardia di finanza e carabinieri: davanti al gruppo di antifascistə, a destra e a sinistra dell’ingresso alla Risiera e in via Valmaura. Sono stati lui e la DIGOS a dare dimostrazione di totale incomprensione della giornata, impedendo che si rispettasse la memoria della Resistenza.
Corteo e persone rimaste fuori dal monumento non sono responsabili del caos e della violenza di ieri: sono, al contrario, la parte meravigliosa della giornata. Gli e le antifascistə triestinə si sono riunitə, confrontatə e hanno deciso coralmente di partire nonostante le immotivate e insensate prescrizioni. Hanno dichiarato con cori, slogan e interventi la necessità di essere antifascistə e antirazzistə ogni giorno, e ribadito l’importanza di ricordare Resistenza e morti del fascismo con azioni reali piuttosto che con siparietti una volta all’anno. Bloccatə a 200 metri dalla Risiera, hanno denunciato l’assurdità di quel dispiegamento di forze dell’ordine, chiamando ad avvicinarsi tutte quelle persone che alla Risiera stavano andando o – come ancora non sapevamo – stavano venendo tenute fuori da altri cordoni di antisommossa. In tantə si sono avvicinate allo schieramento che bloccava il corteo, circondando gli agenti e creando uno stallo durato quasi due ore. Nel mentre arrivavano foto e notizie dei blocchi davanti alla Risiera stessa, del piazzale mezzo vuoto e di Dipiazza e Fedriga che si riempivano la bocca di parole come: “In questo monumento nazionale che è la Risiera si celebra la festa di un intero paese” e “sono contento dell’ampia partecipazione [che] testimonia che questa è una manifestazione unitaria”. Dichiarazioni surreali, data la situazione. 
La giornata non poteva che finire in modo altrettanto assurdo: la polizia ha caricato le persone bloccate, manganellando una compagna a terra alla testa mentre stava raccogliendo il pallone che i manifestanti usavano per giocare a “sbirro-volley” da un lato all’altro del cordone, un modo ironico per sottolineare l’assurdità della situazione. Una palla che ha fatto perdere il controllo agli esaltati delle prime file, che a stento sono stati poi trattenuti dai loro capi.
Solo dopo questa scena incredibile e a cerimonia ufficiale ormai quasi conclusasi, la DIGOS si è finalmente decisa a sciogliere il blocco, lasciando sfilare le persone presenti fino alla Risiera. L’ultima prova di inettitudine doveva però ancora esser data: la celere schierata a sbarrare l’ingresso al monumento con persone dentro e fuori.
Non ci sono parole per descrivere la gravità di questo fatto! Forze dell’ordine schierate per impedire a degli antifascisti l’ingresso in un posto della memoria, il 25 aprile per giunta.
L’abbiamo detto ieri, lo ribadiamo oggi: qualcunə è responsabile di questo disastro, qualcunə deve renderne conto.
È ormai evidente a chiunque che i livelli di repressione e violenza questurile sono in constante crescita e che dobbiamo fare fronte comune agli ignobili divieti di manifestare ed esprimere dissenso. Ieri siamo statə unitə e abbiamo dimostrato la freddezza e la determinazione che hanno reso questo 25 Aprile un vero giorno di lotta. Grazie ancora a tutti e tutte, ci auguriamo sia solo il primo giorno di un lungo percorso.
Fiducia nello stato non ne abbiamo, l’antifascismo è nostro e non lo deleghiamo.