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Il Primo Maggio non è dei confederali

Dopo la disastrosa gestione del 25 aprile si sarebbe potuto credere che la questura avesse esaurito tutte le sue idee allucinanti. Invece no. Ieri a Burjana e Coordinamento no green pass sono state recapitate le prescrizioni per il Primo maggio, mostrando come all’assurdo non ci sia mai limite. Questa volta si sarebbe voluto vietare alle nostre realtà di portare un impianto in corteo, senza che i confederali battessero ciglio davanti a questo flagrante tentativo di limitare la libertà di manifestazione.

Usiamo il condizionale perché l’USB, a sua volta convocata per ricevere le prescrizioni, mobilitando immediatamente legali e giornalisti ha fatto pressione su Digos e Questura e, sottolineando l’assurdità e la gravità della situazione, è riuscita ad ottenere di poter utilizzare il proprio impianto seppur a “congrua distanza” dai confederali. Ieri l’USB ha inoltre deciso di aderire al nostro spezzone e quindi terminerà il corteo assieme a noi e allo spezzone anarchico in piazza Libertà.

In un clima di cosí plateale disinteresse della politica tutta e dell’economia per le necessitá e i diritti delle persone, è raccapricciante che CGIL, CISL e UIL, per il secondo anno di fila, abbiano cercato di imporre, attraverso la questura, la loro presenza in piazza nelle modalità congeniali esclusivamente a loro, tentando questa volta di silenziare quello spezzone sociale che già sanno essere antagonista tanto ai padroni quanto a chi con loro tratta servilmente.

Confederali: non ci farete tacere e se vi fa paura che si senta quello che abbiamo da dire, è forse perché in fondo sapete che abbiamo ragione. In un mondo di precarietà in aumento, crisi economica e ambientale non possiamo sentirci rappresentati da voi, che pacificate il conflitto sociale, che evitate lo scontro col potere, che silenziate le vere necessità delle sfruttate e gli sfruttati.