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Notizie e comunicati

Il Primo Maggio non è dei confederali

Dopo la disastrosa gestione del 25 aprile si sarebbe potuto credere che la questura avesse esaurito tutte le sue idee allucinanti. Invece no. Ieri a Burjana e Coordinamento no green pass sono state recapitate le prescrizioni per il Primo maggio, mostrando come all’assurdo non ci sia mai limite. Questa volta si sarebbe voluto vietare alle nostre realtà di portare un impianto in corteo, senza che i confederali battessero ciglio davanti a questo flagrante tentativo di limitare la libertà di manifestazione.

Usiamo il condizionale perché l’USB, a sua volta convocata per ricevere le prescrizioni, mobilitando immediatamente legali e giornalisti ha fatto pressione su Digos e Questura e, sottolineando l’assurdità e la gravità della situazione, è riuscita ad ottenere di poter utilizzare il proprio impianto seppur a “congrua distanza” dai confederali. Ieri l’USB ha inoltre deciso di aderire al nostro spezzone e quindi terminerà il corteo assieme a noi e allo spezzone anarchico in piazza Libertà.

In un clima di cosí plateale disinteresse della politica tutta e dell’economia per le necessitá e i diritti delle persone, è raccapricciante che CGIL, CISL e UIL, per il secondo anno di fila, abbiano cercato di imporre, attraverso la questura, la loro presenza in piazza nelle modalità congeniali esclusivamente a loro, tentando questa volta di silenziare quello spezzone sociale che già sanno essere antagonista tanto ai padroni quanto a chi con loro tratta servilmente.

Confederali: non ci farete tacere e se vi fa paura che si senta quello che abbiamo da dire, è forse perché in fondo sapete che abbiamo ragione. In un mondo di precarietà in aumento, crisi economica e ambientale non possiamo sentirci rappresentati da voi, che pacificate il conflitto sociale, che evitate lo scontro col potere, che silenziate le vere necessità delle sfruttate e gli sfruttati.

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Iniziative

[01/05] Primo Maggio – Spezzone Sociale

Primo Maggio, ore 9 campo san Giacomo, Spezzone Sociale, dopo il corteo festa in Piazza Libertà!

Siamo lavoratori e lavoratrici schiacciate dal carovita che continuano a vedere i propri salari immutati mentre l’inflazione galoppa tra il 7 e il 10% ormai da mesi. I rincari di materie prime e alimenti vengono continuamente scaricati su cittadini e cittadine, mentre il governo smantella i già scarsi ammortizzatori sociali e la politica tutta continua a glissare sull’eterna crescita del precariato e sull’uso di contratti a minima (se esistente) tutela. Anzi, la flessibilità del lavoro viene sbandierata come desiderabile e competitiva, meglio ancora se abbinata con la disponibilità di lavoratori e lavoratrici ad essere sempre contattabili, dispost* a lavorare ore extra, “chiaramente” gratis. La crisi energetica globale e i conflitti bellici vengono discusse con l’unico obiettivo di preservare il profitto: poco importa dei costi in temini ambientali e di vite umane!

Nel sostenere le rivendicazioni tradizionali sul lavoro (aumento degli stipendi, maggiore stabilità, riduzione della giornata lavorativa, conciliazione vita-lavoro), riteniamo di doverle integrare in una visione d’insieme: la crisi climatica e delle materie prime devono essere affrontate attraverso un radicale cambio della società e dei sistemi di produzione e consumo.

Già nel piccolo della nostra città, vediamo come politica ed affaristi rincorrano solo il profitto ad ogni costo. Grandi navi ed ovovia sono sbandierati dall’amministrazione come l’occasione di ripresa economica della città. Vengono osannate le dinamiche del turismo di massa e della devastazione ambientale, in cambio di impieghi sottopagati, stagionali e precari, mentre proprietari di alberghi, bar e ristoranti si riempiono al solito le tasche sulle nostre schiene. Stage non retribuiti, periodi di prova in nero mai rinnovati, orari di lavoro al limite dello schiavismo si nascondono dietro ogni offerta di lavoro.

Intanto il centro città diventa sempre più inaccessibile: affitti di monolocali o bilocali superano i mille euro, bettole e negozietti chiudono per dare posto a bar e alimentari di lusso, a uso e consumo esclusivo dei turisti e di quella minuscola fetta di popolazione che può permetterseli. I rioni periferici sono invece ignorati, l* abitanti inascoltat* e svilit*.

In tutto ciò i sindacati maggiori come si pongono? Oltre a riempirsi la bocca di belle parole, hanno mancato totalmente di iniziative impattanti e significative di fronte alle innumerevoli leggi e riforme del lavoro varate negli ultimi anni: dal Jobs act, alla riforma delle pensioni fino
all’obbligatorietà di quel lavoro non retribuito chiamato “alternanza scuola-lavoro” (ora “PCTO”). Non solo, piegati alle logiche della pacificazione sociale e della collaborazione tra classi, risultano in prima linea nel vanificare e spegnere ogni scintilla di lotta che trascenda dalle loro posizioni servili. Si veda, solo nella nostra città, come hanno lasciato morire (se non sabotato!) le rivendicazioni dei lavoratori della Wartsila o come hanno concordato con la polizia di far caricare e isolare un’intera parte del corteo lo scorso primo maggio.

Non vogliamo quindi mischiarci con il loro corteo, perché far finta che una lotta unitaria esista è pura ipocrisia.

Ci saremo però in piazza proprio per riprenderci una giornata di contestazione che rivendichiamo anche nostra, dei lavoratori e delle lavoratrici e non solo dei sindacati. Vogliamo ribadire chiaramente che c’è bisogno di forza, determinazione e cambiamenti radicali per affrontare le sfide sociali.

Basta cercare di rattoppare un sistema capitalista in crisi perenne, basta cercare di tutelare gli interessi dei ricchi del pianeta, basta politiche che scaricano su* ultim* i fallimenti di un modello economico disastroso. Non sono posizioni pacificatrici nei confronti dei governi che daranno risultati, ma un’opposizione tenace contro ogni prevaricazione.

Non sara’ certo un corteo a sovvertire le rigide dinamiche a cui siamo tutt* soggett*, per noi si tratta di una tappa del nostro percorso di lotta, tramite la quale riteniamo necessario ribadire e rivendicare una narrativa alternativa e contraria a quella dominante.

Ci vediamo il Primo Maggio, dunque, per costruire lo Spezzone Sociale, dalle ore 9 in Campo san Giacomo. Ci separeremo dal corteo principale in via Ghega per continuare la festa in Piazza Libertà con musica e bar a prezzi popolari, presto maggiori informazioni!