“È solo nel contesto di questa guerra alla memoria che possiamo comprendere la politica silenziosa di annientamento dei prigionieri. […] Rompere il tabù, il silenzio su di loro, sulle condizioni della loro detenzione, sulla loro durata infinita, non può essere ridotto a una reazione umanitaria. È un passo necessario per liberarci dalle nostre paure, delle costrizioni, dell’ingabbiamento in cui vorrebbero richiudere le lotte e i movimenti.”
Martedì presenteremo l’appello “Vogliamo rompere un tabù“, che vuole gettare una luce sulle condizioni detentive di diversi/e prigionieri/e politici/he, rinchiusi/e da decenni nelle sezioni speciali della carceri italiane.
Come per il 41bis, si tratta di persone sepolte vive allo scopo di spezzare la trasmissione di memoria con le lotte del passato: rompere il tabù significa anche continuare a lottare oggi.
Come al solito, saremo in Campo San Giacomo anche con la nostra distro, lo spazio bimbə, il bar popolare, la ciclofficina e musichette!
A martedì!