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[30/07] Burjana Outdoor – Charta Sporca “Fame” + dj set by TSHC

“La fame è un oggetto elusivo, crocevia di diversi nodi problematici della nostra attualità. Motore oscuro di dinamiche corporee, simboliche e sociali che interessano la reciproca compenetrazione degli organismi viventi, la fame è un istinto che orienta i nostri corpi; la miccia biologica di pulsioni erotiche plastiche e imprevedibili; un fenomeno alla base di migrazioni e sconvolgimenti geopolitici; una brutta e troppo frequentata metafora per le più tossiche forme di ambizione e auto-imprenditorialità.”

Martedì alla Burjana Outdoor presenteremo con la redazione di Charta Sporca il nuovo numero della rivista, dal titolo “Fame”.

Ci saranno poi la solita distribuzione di materiale informativo, lo spazio bimbə, il bar popolare e la ciclofficina!

A seguire djset a cura di TSHC con Micheal Myers.

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[19/07] Presidio solidale contro la violenza del carcere

Ancora una volta la rivolta carceraria viene messa a tacere con le botte, il sangue e la morte.

Dopo il marzo 2020 in cui 14 persone sono state brutalmente ammazzate dalle forze dell’ordine in seguito alla rivolta nel carcere di Modena anche a Trieste nel carcere di via Coroneo, giovedì 12 luglio 2024, la rivolta viene soffocata con la violenza e si conclude con la morte. Per le veline della questura c’è lo stesso copione, assalto all’infermeria e morte per overdose.

Grida, fiamme e umane rivendicazioni vengono silenziate nel buio della notte dietro a quelle sbarre e mura dove più che mai è evidente quanto alcuni esseri umani valgano più di altri.

Carceri, CPR e REMS diventano luoghi “banali” della reclusione penale ed amministrativa, dove ammassare e rinchiudere chiunque decida o sia costretto ad opporvisi. Eppure, all’interno del discorso securitario che oggi prospera, lo Stato è ben lontano dal farla finita con le classi pericolose, con la plebe indocile, incontrollabile. Lo confermano le 5 rivolte avvenute solo nell’ultima settimana nelle carceri italiane.

La nostra solidarietà e vicinanza va a chi si è rivoltato e chi si rivolterà finché le sbarre e le mura di tutte le prigioni verranno distrutte. Perché l’unica soluzione ai problemi delle carceri è eliminarle.

Per la lotta e per la libertà.
Solidarietà con tutti-e i-le detenuti-e in lotta.

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[16/07] Burjana Outdoor – Ovovia portime via!

Al prossimo Burjana Outdoor torneremo a parlare dell’ovovia e dell’impatto che avrebbe sul territorio triestino. Cercheremo di capire a che punto sono le procedure e di come ci si sta organizzando per opporsi al progetto.

Inoltre, come tutti i martedì ci sarà anche la ciclofficina, lo spazio bimb*, il banchetto con le magliette della serigrafia L’Impronta e altro merch, il baretto popolare e musichette!

Ci sarà anche il banchetto di Campo libero e Insieme San Giacomo per raccogliere le osservazioni de* cittadin* contrar* alla costruzione dell’impianto sportivo di via Frausin.

Non mancate!

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[09/07] Burjana Outdoor – CPR: lager di stato

Dopo la bellissima serata di ieri, Martedì 09 sarà ancora Burjana Outdoor!

Troverai come al solito la ciclofficina, la serigrafia, lo spazio bimbə, il baretto popolare e tanto materiale informativo!

Inoltre questo martedì parleremo di CPR=LAGER DI STATO

“I Cpr sono le strutture di detenzione amministrativa per le persone senza documenti: nascono per controllare la popolazione immigrata, garantire la gerarchia razziale della società, tenere sotto ricatto gli sfruttati.
Da anni le lotte dei prigionieri contro l’arbitrarietà della reclusione e delle deportazioni ne mostrano il lato più violento, fino alla tortura e all’isolamento.
Ne parleremo a partire da alcuni testi che raccontano la storia del CPR di Gradisca (a qualche chilometro da noi), i meccanismi della macchina della deportazione, le rivolte che hanno portato in alcuni casi alla loro chiusura.”

La serata sarà anche un benefit per i reclusi di Gradisca (porta qualcosa da mangiare da condividere per la serata se vuoi contribuire!)

A martedì! 💥

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[02/07] Burjana Outdoor – Un giorno in Questura

In vista del concerto Benefit di Sabato 6 luglio in Largo Santos alle 19, la Burjana Outdoor di domani sarà antirepressione!

“Le pratiche e gli strumenti di chi porta il dissenso spesso o sono fuori da ciò che è lecito per lo Stato oppure vengono prescritte e vietate come la semplice manifestazione.
Partiremo dalle denunce prese da compagne e compagni qui a Trieste – le stesse che subisce chi lotta in Italia- per comprendere gli strumenti repressivi delle questure e come rispondere ai tribunali.”

Martedì 02 luglio dalle 18.30 alle 22.30
“Un giorno in questura, cronache delle nostre magagne”
Perché la repressione si può affrontare solo con rabbia, ironia e un forte senso di comunità!

A domani! 🔥🔥🔥

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[06/07] Rebel with a cause: concerto benefit! [con Trieste Hardcore]

Trieste Hardcore e Burjana presentano

REBEL WITH A CAUSE: CONCERTO BENEFIT

A distanza di un anno dall’ultimo concerto benefit, portiamo di nuovo in piazza musica e solidarietà.

Questa volta, i processi repressivi (e le corrispondenti spese legali) riguardano ben otto antifascistx,
variamente imputatx e in sostanza presx a capro espiatorio per la giornata del 25 aprile 2023.

Dopo anni di immobilismo e agonizzante ritualità istituzionale, l’anno scorso un centinaio di persone diede vita a un corteo antifascista che voleva tenere assieme il ricordo della memoria partigiana con una pratica di lotta quotidiana nel presente. Si è voluto ricordare quello che fu il nazifascismo — storicamente inteso — in questa città, assieme alla sua eredità odierna, fatta di partiti di governo e sigle “movimentiste” che nel concreto agiscono come braccia di quei partiti nelle strade.

Sfidando ogni senso del ridicolo e della dignità, la Questura triestina cercò di impedire che il corteo antifascista sfilasse proprio il 25 aprile. Grazie alla generosità di compagne e compagni, nonostante i divieti, il corteo ci fu, ma proprio a ridosso della Risiera, luogo simbolo dei crimini del nazifascismo a Trieste, un contingente di celere bloccò la strada alle antifasciste. Al corteo fu impedito di proseguire a colpi di manganello finché i vari Dipiazza, Fedriga e compagnia cantante, ipocritamente presenti in una giornata che dovrebbe cacciarli a calci, non furono “al sicuro” nelle loro auto blu.

Un anno dopo, otto persone vengono nuovamente trascinate in tribunale con le accuse più varie e siamo curiosx di leggere i verbali di polizia di quella giornata. Quello che sappiamo è che cercare di ridurre il 25 aprile e tutto il suo portato storico, culturale e politico all’ennesima questione di “ordine pubblico” sarà una tesi quantomeno controversa e dura da portare avanti.

Tutto ciò tuttavia segna l’ennesimo capitolo nella storia recente della repressione nella nostra città, una saga degna della miglior tradizione fantasy, ma che purtroppo oltre a colpire fin troppo realmente la vita delle persone, le costringe a un costante sperpero di tempo, energie e denaro.

Oltre al processo per il 25 aprile 2023 — che avrà inizio il 3 luglio —, al momento una ventina di processi sono in piedi contro compagne e compagni, e numerose indagini sono attualmente in corso. Oltre a ciò, le questure della regione si stanno cimentando nell’utilizzo sempre più fantasioso di vecchi strumenti fascisti, comminando a numerose compagne fogli di via e avvisi orali.

Da qui l’esigenza di fare di nuovo rete per raccogliere i soldi per chi, con altrettanta generosità di chi lotta in strada, ci difende poi davanti a giudici e corti penali.


Apertura bar e banchetti ore 19
Inizio concerti ore 20:30

Saranno con noi:
Colpisci dove più nuoce
Liz Pegris
No So Far
Corpi Contundenti

A seguire dj set TBA

🔥Nessuna verrà lasciata sola!🔥

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[22/06] Presentazione del numero unico “La tempesta – L’imprevisto palestinese nella guerra mondiale”

Sabato 22 giugno, ore 10:30, Campo San Giacomo (Trieste)

Sta per scatenarsi un temporale. Da un cielo carico di nubi, saturo di umidità, scaturisce all’improvviso il bagliore di un lampo. Il 7 ottobre 2023, con l’Operazione “Diluvio di Al Aqsa”, fallisce il progetto di sorveglianza di massa dello Stato israeliano rivolto a “subumanx” palestinesi della Striscia di Gaza. La rivolta contro il colonialismo d’insediamento e l’ attacco all’oppressione imperialista ci sovviene imprevista e caotica come una tempesta.

“La fecondità dell’imprevisto supera di gran lunga la prudenza dell’uomo di Stato” J. Proudhon

L’imprevisto palestinese ha dimostrato che anche lo Stato più potente e militarizzato ha delle falle e può essere messo in crisi, infondendo così sentimenti di rivolta e riscatto in milioni di proletarx in tutto il mondo. Il sistema-Israele è il paradigma di una tendenza globale. Sulle vite e sui territori palestinesi si sperimentano armi, tecnologie, architetture della sorveglianza e tecniche di ingegneria sociale, che poi vengono vendute agli Stati, agli eserciti, ai burocrati del mondo intero. Siamo convintx che il livello di sofisticazione degli apparati tecnologici abbia superato una soglia oltre alla quale qualsiasi orizzonte di liberazione è impossibile: facciamo caso, ad esempio, a come l’avanzata dell’automazione e della robotica nel campo industriale e manifatturiero tolgano la base d’appoggio alle capacità di autorganizzarsi da parte di sfruttatx. Nella violenza propria dell’apparato tecnologico è insito un supplemento di comando che sopravanza le dinamiche di accumulazione capitalistica.

La guerra avanza ovunque: in maniera multiforme estende i suoi tentacoli come estremo tentativo di ristabilire l’ordine imperiale, governare la spartizione delle risorse del mondo, imporre il controllo delle popolazioni. È la guerra violenta di posizioni e trincee – dove in ballo, oltre alla fabbricazione di armamenti, c’è il continuo arruolamento di merce umana per il fronte – che accade in Ucraina, dove si scontrano sempre più platealmente le superpotenze NATO e Russa. È la brutale aggressione genocida in Palestina, del colonialismo israeliano sostenuto dal fronte occidentale. È l’insieme degli altri fronti di guerra, dei conflitti civili, delle missioni militari disseminate ovunque nel mondo, dei laboratori e delle fabbriche di morte sempre più radicate nei nostri ambienti di vita. L’ambito civile e quello bellico si mostrano sempre più esplicitamente come facce della stessa medaglia, non c’è nessuna dicotomia alla base del dual use, perché le relazioni della classe sociale accademica, industriale, governativa, sono inestricabili al punto che è impossibile distinguere il confine tra università, industria e politiche di difesa (citiamo a titolo di esempio il recente accordo di collaborazione tra RFI e Leonardo per la Military Mobility). Ma è anche la guerra verso il nemico interno, la repressione contro le eccedenze umane, immigratx, compagnx, ribelli, renitenti.

L’imprevisto palestinese ci dà forza, ci mostra, nella tenacia di un popolo, anche di fronte all’orrore più vivido, ai limiti dell’annientamento, tutta la possibilità di resistenza,sabotaggio, diserzione. Siamo sempre più convintx che l’unica forza che può fermare la guerra è la mobilitazione di sfruttatx in tutto il mondo, una pratica di disfattismo che consiste nella critica di ogni governo a partire dal “nostro”, l’attacco a tutti i padroni a partire da quelli che ci sfruttano ogni giorno.

Per questo presentiamo il numero unico La Tempesta – L’imprevisto palestinese nella guerra globale, un documento prodotto da compagnx antimilitaristx provenienti da varie parti d’Italia che si si sono incontrate a partire dalla scorsa estate per promuovere una mobilitazione internazionalista contro la guerra in Ucraina.

Assemblea Sabotiamo la guerra– Friuli e Trieste blocchiamolaguerra@anche.no

Burjana laburjana@riseup.net

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[18/06] Burjana Outdoor – Poesie + Dj set by TSHC

Quando i discorsi sono avvincenti, possono diventare romanzi.
I pensieri, invece, quando sono inquadrati si possono trasformare in poesie.
E poi, ci sono i soliloqui, le parole che non dici a nessuno se non a te stesso.

Alla Burjana Outdoor di Martedì non avremo romanzi, ma poesie antipoetiche e pensieri disforici!

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[01/06] Crociere: né qui né altrove!

1 giugno / ore 11.00 / statue dei bersaglieri (fra il Molo e la s. Marittima)

Sabato primo giugno alle 11.00 ci troveremo presso le statue dei bersaglieri, fra il molo Audace e la stazione Marittima, per informare e denunciare i danni – senza ritorni positivi – che le crociere recano alla nostra città. Lo facciamo nell’ambito di una giornata di mobilitazione promossa dall’European Cruise Activist Network (Ecan) che tiene insieme i collettivi di diverse città come Barcellona, Marsiglia, Kiel, Rotterdam, Venezia e Livorno e che punta a evidenziare che quello delle navi da crociera è un problema comune. Nessuna città può salvarsi da sola.

Il manifesto sottoscritto dai membri della rete nel 2023 a Barcellona ha una netta conclusione: il settore crocieristico deve andare incontro alla riduzione delle sue dimensioni fino alla sua scomparsa, visto che non è possibile ridurre l’impatto di navi così grandi, che hanno sempre bisogno di energia, sconvolgono fondali (come quelli del golfo di Trieste) e producono molti rifiuti, per citare solo tre aspetti critici.

Fino a pochi anni fa Trieste sembrava fuori dalle rotte crocieristiche principali. Ora però, complice anche la riduzione del traffico diretto a Venezia, la nostra città sta scalando la classifica dei porti più frequentati in Europa da questo genere di navi (per il 2024 sono in programma circa 150 toccate). È sempre più abituale vedere da piazza Unità o dalle Rive le enormi sagome delle navi da crociera che portano con sé anche l’occupazione di una parte della strada per permettere lo sbarco e l’imbarco delle persone. Insieme alla nave arriva anche un comignolo sempre in funzione che rilascia nell’aria inquinanti che nuociono a tutta la città.

La giunta Dipiazza sostiene che il nuovo modello di sviluppo cittadino non può fare a meno del turismo di massa e delle navi da crociera. Sappiamo già cosa comporta tutto questo perché abbiamo ne visto i risultati altrove: stravolgimento del tessuto commerciale e relazionale nel centro, aumento degli affitti, espulsione dalle zone centrali delle persone più povere, più inquinamento e una città sempre meno a misura di chi ci vive. Si dirà che le navi portano lavoro, ma bisogna chiedersi di che tipo di lavoro stiamo parlando. 

A Monfalcone, dove navi di questo tipo vengono costruite, una selva di imprese lavora per conto di Fincantieri cercando di ridurre il più possibile il costo del lavoro. 

A Trieste, dove le navi attraccano, ci si chiede se il turismo è in grado di sostituire le realtà produttive che hanno chiuso negli ultimi decenni in città.

Non vogliamo rassegnarci a quest’esito e per questo invitiamo tutte le persone interessate a partecipare, portando anche idee e proposte per far crescere la mobilitazione.

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[01/05] Primo Maggio – spezzone sociale contro carovita e gentrificazione!

Fine del mondo, fine del mese stessa lotta!

Il primo maggio, giorno simbolo della lotta di lavoratori e lavoratrici per ottenere salari, diritti e condizioni di lavoro migliori è quantomai importante ancora oggi e non come IL giorno di lotta, unico nell’anno in cui scendere in piazza, ma come UN giorno di lotta in cui è semplicemente più facile prendersi le strade.

Viviamo in un mondo in cui crisi energetica globale, conflitti sempre più disumanizzanti e la cieca rincorsa al profitto a ogni costo dominano politica e interresi capitalistici. Chissenefrega del clima, degli esseri viventi e della qualità della vita delle persone. La tutela del Profitto –privato– è oggi più che mai l’unico obbiettivo di governi e amministrazioni: lo vediamo in tutte le riforme, leggi e bonus creati ad-hoc per non intralciare gli interessi di grandi corporation e padroni.

Il Capitale deve crescere, non importa se grazie allo sfruttamento del territorio e delle sue risorse, alla compravendita di armi e morte o allo sfruttamento di lavoratori e lavoratrici.

La flessibilità del lavoro viene sbandierata come desiderabile e competitiva, meglio ancora se abbinata alla disponibilità di lavoratori e lavoratrici a essere sempre contattabili, dispost* a lavorare ore extra (gratis, chiaramente). I salari però restano al palo. Nel frattempo affitti e prezzi salgono ogni anno di più. Secondo i dati dell’IMF il 45% dell’inflazione da inizio 2022 a oggi è causata dall’aumento dei profitti: come al solito la famosa “crisi” significa impoverimento dei popoli per arricchire le tasche di pochi!

Anche nel piccolo della nostra città vediamo come politica e affaristi rincorrano solo il profitto a ogni costo: grandi navi e ovovia sono sbandierati dall’amministrazione comunale come l’un’occasione di ripresa economica della città. Si sceglie di inseguire il turismo di massa e la devastazione ambientale in cambio di impieghi sottopagati, stagionali e precari, mentre proprietari di alberghi, bar e ristoranti si riempiono al solito le tasche sulle nostre schiene. Stage non retribuiti, periodi di prova in nero mai rinnovati, orari di lavoro al limite dello schiavismo si nascondono dietro ogni offerta di lavoro.

Intanto i prezzi nel centro città diventano impossibili: affitti di monolocali o bilocali superano i mille euro, bettole e negozietti chiudono per dare posto a bar e alimentari di lusso a esclusivo uso e consumo dei turisti e di quella minuscola fetta di popolazione che può permetterseli. I rioni periferici sono invece ignorati, l* abitanti inascoltat* e svilit*.

La crisi climatica è causata in massima parte da chi sta seduto nelle stanze del potere e continua a foraggiare il mercato del fossile e quello delle armi, da chi per mettere un pugno di milioni nelle tasche del padrone di turno abbatte boschi, buca montagne e draga i mari, da chi continua a seguire il mito della crescita perenne. Siamo stanchi e stanche di pagare il prezzo della loro avidità, di veder eroso il nostro spazio di vita in città, sempre più schiacciato fuori dai quartieri da turistificare, fuori dai luoghi che devono essere per i ricchi, sempre più cementificato e grigio. Per cercare di farci stare zitti e zitte ci chiedono di tenere giù la testa a lavorare senza lamentarci, mentre la politica si serve della questura oliando e spingendo la macchina della repressione, come solo in anni molto bui ha osato fare in passato.

Il primo maggio saremo anche noi in piazza proprio per riprenderci una giornata di contestazione che è la nostra, dei lavoratori e delle lavoratrici, delle studentesse e dei disoccupati. Vogliamo ribadire chiaramente che c’è bisogno di forza, determinazione e cambiamenti radicali per affrontare le sfide sociali.

Basta cercare di rattoppare un sistema capitalista in crisi perenne, basta cercare di tutelare gli interessi dei ricchi del pianeta, basta politiche che scaricano su* ultim* i fallimenti di un modello economico disastroso. Non sono posizioni pacificatrici nei confronti dei governi che daranno risultati, ma un’opposizione tenace contro ogni prevaricazione.

Ci vediamo il primo maggio, con i sindacati di base e gli altri spezzoni movimentisti della città, ore 9 campo san Giacomo.