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[22/08] La repressione non va in vacanza – Assemblea/aperitivo #3

In preparazione alla giornata del 23 settembre e per continuare ad incontrarci in piazza per parlare insieme di repressione (cos’è, come colpisce ognuna di noi e soprattutto come possiamo farci fronte), l’Assemblea contro la repressione di Trieste lancia un’assemblea-aperitivo martedì 22 agosto alle 19:30 in Campo San Giacomo.
Vogliamo, dunque, continuare la discussione collettiva avviata a inizio estate e iniziare a costruire assieme il benefit antifascista del 23 settembre, organizzato al seguito dell’avvio delle indagini contro 8 compagne colpevoli di aver partecipato, assieme a tantə altrə, al corteo del 25 aprile. Perché i digossini forse sì, ma la repressione non va in vacanza.
Come ormai è noto, le perquisizioni fatte a giugno nelle case di varie compagne (durante le quali sono stati sequestrati, tra altre cose, computer e cellulari con accuse veramente ridicole) sono state seguite da una storia da giallo di bassissimo livello: il vetro di una macchina spaccato in mezzo alla notte da un gruppo di “ignoti”, il furto di oggetti inutili (tranne il pregiatissimo sciroppo di sambuco) e una microspia messa maldestramente tra i cavi sotto il volante.
Sono soltanto gli ultimi eventi concreti della repressione locale, ma vogliamo ribadire ancora una volta come la repressione sia una strategia generale, messa in campo dai poteri statali allo scopo di mantenere uno status quo fatto di sfruttamento, intolleranza e tristezza. Ai meccanismi che tentano di colpire individualmente per spezzare le collettività, noi vogliamo rispondere con più comunità e più solidarietà.
Ci vediamo martedì 22 agosto alle 19.30 in Campo San Giacomo, per un momento di discussione e convivialità!
Assemblea contro la Repressione
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[11-13/08] Che si rivoltino tutte le frontiere!

È morta un’altra vita, Moussa, un giovane guineano, mentre la speranza gli muoveva le gambe tra gli ultimi ostacoli del tritacarne, sulla frontiera del Monginevro, lunedì.

Sta morendo un’altra vita, un giovane pakistano caduto in un cantiere, trasportato come macerie da nascondere mentre lavorava sfruttato a Trieste, martedì.

All’atrofia della conta asettica delle morti, alla catatonia dell’impotenza e della paura, rispondiamo con la passione, le lacrime e la rabbia: rifacciamo scorrere l’esigenza di giustizia nelle vene, il coraggio per cui anche sotto regime si può rispondere, la generosità che il privilegio ci concede di usare.

Rispondiamo unite e determinate sull’origine di tutto ciò: la frontiera. Rispondiamo per noi stesse, per la nostra umanità. Rispondiamo perché è intollerabile che esista questo tritacarne fatto per fornire vita esauste e sfruttabili al capitalismo occidentale.

Che tutte sentano il momento, perché il numero determina la portata: per la prima volta ci troviamo a disturbare la frontiera orientale.

Visibilizziamo quel simbolo di morte, aperto solo a merci e documenti accettabili, chiuso alla speranza di un’esistenza migliore. Per la vita, per l’umanità, perché unite si deve e si può reagire.

Venerdì 11/08 ore 19:00 // piazza Libertà, assemblea pubblica

Domenica 13/08 ore 18:00 // parcheggio della frontiera di Fernetti, presidio

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[23/09] Giornata antifascista! [Assemblea contro la repressione]

Sabato 23 settembre in piazza Sant’Antonio daremo vita ad un grande evento di solidarietà antifascista. Sarà un’occasione per fare rete, incontrarsi, portare i nostri valori di antifascismo intersezionale nel centro città e raccogliere qualche soldo per la cassa antirepressione!

L’iniziativa sarà strutturata in due parti: un momento di dialogo, approfondimento e dibattito su vari temi connessi all’ Antifascismo e un secondo momento che vorremmo fosse una “Call for artists” sempre sullo stesso tema!

Artiste e artisti di ogni tipo, contattateci per suonare, dipingere, cantare, esporre, danzare, recitare o qualsiasi altra cosa abbiate voglia di condividere su ciò che per voi significa, oggi, “Antifascismo”.

Lo abbiamo detto in tante anche quest’ultimo 25 aprile e lo vogliamo ribadire con forza: l’antifascismo è nostro e non lo deleghiamo!

La repressione si affronta con la solidarietà e con l’azione!

Ci vediamo il 23 settembre, e sicuramente anche ben prima, nelle piazze e nelle strade di questa città!


Perché abbiamo pensato ad una giornata come questa?

Quest’anno il 25 aprile la Questura di Trieste ha vietato che si svolgesse un corteo antifascista così che mentre alcune di noi si recavano in passaggiata sui marciapiedi, alla Risiera, le camionette dell’antisommossa bloccavano assurdamente il traffico.

Nei pressi della Risiera la situazione ha assunto i toni del grottesco: separate dalle nostre compagne da un cordone di polizia, non potevamo se non gettarla sul ridicolo, e così, grazie ad una una palla gialla accorsa in nostro aiuto si è svolta la prima partita di volley militante. Ma si sa: “spesso gli sbirri e i carabinieri al loro dovere vengono meno. Ma non quando sono in alta uniforme…” E così son partite le manganellate che hanno colpito le compagne, alzando ulteriormente e inutilmente il clima di tensione.

Ora dalla Questura sono state individuate 8 di noi come responsabili a vario titolo di una serie di reati di cui dovremo rispondere, tra questi ad esempio quello di travisamento, che, oltre ad essere un retaggio fascista, in un epoca post pandemica ed in una giornata di pioggia quale era quella del 25 aprile assume una nota tragicomica.
Ma altre saranno le occasioni per raccontare quello che è avvenuto.

Quello che ci preme ora sottolineare è che crediamo noi si debba continuare a stupirsi e stupirci tutte assieme.

Le motivazioni che ci hanno spinto in piazza il 25 aprile e che ci spingono a mobilitarci ogni giorno contro il fascismo, contro le violenze poliziesche dentro e fuori Cpr e galere, contro le discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, contro la gentrificazione e la turistificazione della nostra città, contro le devastazioni ambientali (e tanto altro!) continueranno a spingerci a non fare un passo indietro anche davanti alla repressione che ci colpisce.

La Questura di Trieste prende ormai ogni “palla” al balzo per cercare di reprimere con sanzioni e processi chiunque si esponga politicamente fuori dalle istituzioni, ma crediamo che non debbano essere questi mezzucci a farci desistere.

Ci piace pensare e sperare che davanti a questi atti polizieschi il cui scopo è perseguitare pochi individui per isolarli e cercare di frenare la lotta per un mondo libero da disuguaglianze, discriminazioni e confini, la vera risposta non possa essere che una presa di responsabilità collettiva e una volontà collettiva di stringere ancora di più le reti e i legami di solidarietà.

Perché la repressione ammazza le lotte se vissuta in solitudine.
Perché non riguarda mai solo la singola compagna.
Perché la repressione quando colpisce ci riguarda tutte.

L’antifascismo è nostro e non lo deleghiamo.

Assemblea contro la repressione

 

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[18/07] Burjana Outdoor – Famolo strano!

Diciamo subito una cosa: l’idea perplime anche noi. Una pazzia, una provocazione o un passo falso: cosa ne sarà di questa Burjana lo sapremo solo dopo martedì prossimo. 

Perché sarà ANALCOLICA.

TRE MOTIVI (quasi) CONVINCENTI PER LANCIARE UNA BURJANA OUTDOOR ANALCOLICA (in Friuli Venezia Giulia)

      1) Perché VOGLIAMO TRASGREDIRE
In qualità di abitanti del nord-est sappiamo bene che l’alcol, come Mediolanum, è tutto intorno a noi. Gesto automatico, comune alle più diverse socialità, il “bersi un bicierin” meriterebbe di essere oggetto di una seria riflessione. Ma siccome siamo pigri e incoscienti, e soprattutto perché è luglio, tenteremo invece un esperimento sociale potenzialmente catastrofico per la nostra specie: strappare via la placenta alcolica come un cerotto, andando a esporre la carne viva e troppo sobria sotto.
Magico lubrificante di interazioni sociali, porto sicuro dell’inizio settimana, abbraccio amoroso e stordente, oppio dei popoli burj
aneschi – l’idea di negarci questo portento che è la tradizionale birretta del martedì ci sconvolge al punto tale da elettrizzarci, e questo ci basta per sentire il magico brivido della trasgressione.

      2) Perché ci SPECULIAMO
A parte il titolo che è un grossolano clickbait, i fatti rimangono, e sono granitici: essendo una realtà informale, e spesso inguaiata, non viviamo di progetti UE o stanziamenti di budget, ma di risparmi personali e briciole raccolte grazie alle vostre (e nostre!) offerte libere. Che al momento sono giustificate principalmente dall’erogazione di bevande alcoliche. Ci chiediamo, allora, se non sia possibile che questo avvenga su un’altra base, con un altro pretesto, in un modo un po’ diverso. C’è un modo altro di coltivare fermento politico attivo senza promuovere allo stesso tempo una socialità mediata per forza sul piano etilico?

      3) Perché stavolta CI SIAMO IMPEGNATE DI PIÙ
A torto o a ragione, per entusiasmo sfrenato o per compensare il timore di star facendo una cazzata, in questa Burjana Outdoor ci abbiamo investito più del solito. Dal discutere i motivi più profondi di questa intuizione, all’organizzarne la logistica, abbiamo fatto straordinari per buttar su questo esperimento. Un thinktank invidiabile che ha partorito idee all’avanguardia come:
   – mettere GHIACCIO VERO dentro COCKTAIL FINTI,
   – promuovere un CONTEST DI BARISMO dove ognuno può miscelare il proprio intruglio e vincere un prestigioso contest,
   – improvvisare una jam session con gli strumenti che portate VOI,
   – rivivere l’amarcord di una partita di pallavolo che ricordiamo con rabbia e gioia (anche se non fanno più le reti di una volta…)
E TANTE ALTRE SORPRESE ANCORA!!!

Non vi abbiamo convinto?
Venite a insultarci martedì in campo San Giacomo, come    sempre dalle 18.30!

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[29/06] Assemblea pubblica per la libertà di movimento – Contro hotspot e criminalizzazione delle migrazioni

[Giovedì 29 giugno – Ore 18:30, Campo San Giacomo]

Come ogni estate sale la temperatura sulla frontiera orientale. Mentre dalla rotta balcanica continuano ad arrivare i sopravvissuti in fuga dalle guerre, dalla miseria e dalle crisi climatiche, si rincorrono nuovamente le voci di una nuova stretta sui-lle migranti. Complice anche il nuovo governo, l’ipotesi dell’apertura di un hotspot in regione si fa sempre più concreta: significa, in parole povere, la creazione di un campo chiuso per la prima identificazione dei migranti che varcano la frontiera, dove operare la selezione di chi sarebbe degno di accoglienza e di chi invece andrebbe respinto (o espulso, riammesso, trattenuto in un CPR). Da parte del Comune, invece, il sindaco non trova di meglio da dire che affermare che i migranti – in attesa magari di un posto in accoglienza a cui avrebbero diritto – sarebbero dei “maleducati”, colpevoli di non avere un posto migliore dove stare, perché pervicacemente negato dalle politiche del comune e della prefettura. E come la scorsa estate si decide di affrontare la questione in puri termini polizieschi: presidio fisso delle forze dell’ordine in piazza libertà.

Si tratta di ulteriori tasselli verso la deriva autoritaria nei confronti dei migranti, condita dalla solita propaganda razzista: l’obiettivo – neanche più troppo velato – non è tanto arrestare i flussi migratori, quanto invece gestirli e filtrarli con l’unica intenzione di creare soggetti terrorizzati e ricattabili, da usare nel mercato dello sfruttamento del lavoro. Funziona così da anni: si limitano i diritti e le libertà, anche a colpi di violenze e intimidazioni, per giocare sui corpi delle persone la solita partita delle nostre economie cosiddette sviluppate.

A partire dalle condizioni in cui versano le centinaia di persone che arrivano a Trieste – chi in transito verso altri luoghi, chi per richiedere asilo qui e ora – e dall’esperienza di cura e solidarietà che viene portata avanti ogni giorno in Piazza Libertà, vogliamo lanciare una prima assemblea pubblica sul tema, per non lasciar cadere nell’indifferenza questo nuovo attacco alla libertà di movimento delle persone.

Burjana // Linea d’Ombra ODV

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[7-8/07] Trieste-Gradisca: 2 giorni contro i CPR

 

Le recenti rivolte nel cpr di corso Brunelleschi di Torino ne hanno decretato la provvisoria chiusura.
A partire da queste esperienze vogliamo discutere assieme e trovare nuove forme di solidarietà verso le persone recluse. Lo spettro dei possibili metodi di lotta e’ spesso più ampio della nostra stessa immaginazione.

Gli appuntamenti sono:

venerdì 7 luglio,ore 19.30, campo San Giacomo (Trieste)
→ Presentazione dell’opuscolo: “ I cpr si chiudono col fuoco”, un testo che raccoglie le testimonianze dirette di chi in quei giorni si trovava dentro al cpr di torino. Saranno presenti alcune compagne che hanno partecipato alla stesura dell’opuscolo.
→ Raccolta indumenti estivi (magliette , pantaloncini, biancheria intima da uomo) e cibo (tutto confezionato,niente vetro e lattine) per le persone recluse nel CPR di Gradisca

Sabato 8 luglio,ore 18.30, Gradisca: Serata contro il CPR (nel prato davanti al cpr):
→ presentazione opuscolo
→ consegna pacchi
→ presidio solidale.

Le affinità si sviluppano con le pratiche di lotta.
Un muro e’ una barriera solo per chi non e’ capace di guardare oltre.

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[13/06] Burjana Outdoor (is back)

“Il senso di frustrazione, ansia, impotenza, solitudine è qualcosa che ci è famigliare, ma che non vogliamo accettare.
Qualcosa che vogliamo combattere con l’aggregazione, la solidarietà, il mutuo appoggio e l’autogestione.
Qualcosa a cui ci vogliamo opporre stando insieme, partendo dalla piazza del rione più popoloso e storicamente più popolare, operaio e combattivo di Trieste: Campo San Giacomo.
Ci troviamo tutti i martedì, dalle 18, in piazza, per un bicchiere in compagnia, un po’ di musica e tutte le attività che ci verranno in mente, decidendo assieme come vivere i nostri rioni.”

Sono queste le parole con cui un anno fa si chiudeva il testo di lancio del primo Burjana Outdoor.

Innanzitutto, non sapevamo che avremmo passato tutti – ma proprio tutti – i martedì dei successivi quattro mesi in quell’angolo della piazza, tra musica, biciclette da riparare, birrette e tante, tante chiacchiere sul mondo che ci circonda, i nostri desideri per futuri diversi e i mezzi per raggiungerli.

Vorremmo dire che in un anno tante cose sono cambiate nella nostra città, e forse è così, ma non possiamo certo dire che siano cambiate per il meglio.

La politica istituzionale è ormai tutta piegata al turismo di massa e alle grandi navi, che siamo fieri di aver “scippato” a Venezia, in modo che vengano a inquinare e i turisti a invadere la nostra città; una città sempre più vetrina e dove il centro è sempre più inaccessibile per chi abita fuori da esso. Tutto deciso in nome della messa a valore di ogni angolo, di ogni pietra che di Trieste possa essere venduta al Dio denaro nelle sembianze di un ignaro, ma abbiente turista.

Una città dove il Comune continua a svendere il patrimonio pubblico (vero marchio di fabbrica del “regno” ventennale di Dipiazza) e non destina un euro di quelle rendite ai rioni periferici. Massima priorità alle statue.

Una destra cittadina che, in un mondo che sta letteralmente bruciando sotto i nostri piedi, insiste sul benessere che ci porterebbero le crociere, veri mostri dei mari, e fa le barricate attorno a un progetto dissennato come quello dell’ovovia.

Un rione dove vogliono toglierci il consultorio e l’ex-Pavan, ma stanno aprendo B&B come funghi e i prezzi delle case salgono alle stelle.

E mentre l’opinione pubblica, sospinta dai giornali locali, dibatte sul corretto prezzo di una fetta di torta, fuori dal perimetro urbano si consuma l’ultima tragedia della “vecchia” grande industria, con la Wärtsilä che da un anno almeno ha già le valigie pronte e fa quello che ogni multinazionale fa, cioè i propri cinici interessi, e nessuno si prende la briga di fare gli interessi degli operai – che sono anche quelli della città -, neppure gli operai stessi. Grande sdegno delle istituzioni e tutti già pronti a gettare la spugna con gran dignità, come diceva De Andrè.

Un potere cittadino ormai sempre più sfacciato, come quando, qualche giorno fa, il sindaco, a proposito di quel nuovo negozio che vende torte al costo di una cena di pesce, rimarcava senza pudore un semplice fatto che i più sembrano non voler (ancora) vedere: oggi a Trieste quella fetta di torta è paradigma perfetto della città che alcuni stanno costruendo: se c’hai i soldi te la mangi, se no, guardi fuori dalla vetrina. E si stupiscono pure se c’hai da ridire qualcosa su sta dinamica.

Evidentemente in questo modello di città gli spazi non legati al consumo non sono graditi, tollerati e neppure immaginabili. Un anno fa decidevamo di stare in piazza ogni settimana dopo aver perso la nostra prima sede. Era in parte una risposta a quel colpo subito, ma anche un modo per ricordarci di non rinchiuderci nelle nostre stanze, di sfuggire sempre da qualsiasi idea ghettizante di fortino o isola felice, perché crediamo essenziale restare coi piedi per terra, possibilmente in mezzo alla strada.

Adesso torniamo nella piazza che è la nostra seconda casa, perché siamo ancora più convinte che la città che stanno creando non è quella che vogliamo e sappiamo che in quella piazza incontreremo molte altre persone che lo pensano e vogliono organizzarsi per creare una città diversa e un mondo migliore. Che non vogliono fare la bella vita, ma vogliono una vita bella.

Perché si può iniziare a rovesciare il presente anche così: un martedì sera d’estate, in un angolo della piazza di un quartiere popolare, con un po’ di musica e un bicchiere in mano.

Ci vediamo martedì 13 giugno, alle 18:30, in Campo San Giacomo.
Ci vediamo al primo Burjana Outdoor. Di nuovo

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[07/06] Assemblea-aperitivo contro la repressione!

Il riuscitissimo benefit dello scorso sabato aveva come obiettivo immediato raccogliere dei soldi per pagare delle spese legali. Spese imposte da un giudice a due compagn*, ma che noi abbiamo assunto immediatamente come collettività. Questo perché come qualcuno diceva l’altro giorno dal palco, “la prima e fondamentale funzione della repressione è quella di isolare, separare le responsabilità, colpire individualmente per ridurre il gesto politico a semplice comportamento illegale”. Ci vogliono sole, perché una comunità viva è infinitamente più difficile da addomesticare che degli individui soli.
Non è sempre facile comunicare cosa intendiamo quando diciamo “repressione”, soprattutto a chi non l’ha subita più o meno direttamente. Il concetto può essere astratto, ma è invece molto concreto e materiale l’insieme di dispositivi legali-polizieschi che tentano quasi quotidianamente di colpire determinati gruppi auto-organizzatisi dal basso, o semplicemente azioni e comportamenti di dissenso.
Un dissenso che per noi vuol dire la messa in campo di visioni del mondo diverse da quelle che i poteri statali ed economici cercano di imporci, tentativi di vivere una vita altra rispetto a quella che ogni giorno ci viene calata dall’alto.
In questo contesto, vorremo iniziare una discussione collettiva su come porci davanti a questi meccanismi repressivi, su come possiamo organizzarci meglio per resistere e per rispondere come comunità politica.
Per questo vi aspettiamo mercoledì 7 giugno alle 19 a San Giusto, per un momento di discussione e convivialità in cui iniziare a rispondere insieme a queste questioni.
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[03/06] Manifestazione per la chiusura della base di asfalto di Vrtojba!

[Sabato 3 giugno, ore 10.00]

Gli abitanti di Vrtojba (una città della regione di Goriška) da diversi anni si battono attivamente per la chiusura della base di asfaltatura locale, perché riduce la loro qualità di vita. I residenti non hanno nulla da guadagnare dalla base stessa, a parte gli effetti negativi sulla loro salute.

La base di asfaltatura è particolarmente problematica perché si trova proprio accanto alla città, inquinando gran parte del villaggio. I residenti locali chiedono quindi, giustamente, che la base venga chiusa e spostata altrove. Inizialmente hanno cercato di ottenere questo risultato attraverso i canali istituzionali, ma nonostante le promesse dei ministeri, dell’ispettorato e di altri soggetti politici, la questione non è andata da nessuna parte. Forse anche perché il proprietario della base di asfalto non è uno qualunque, ma la Kolektor Koling, una delle aziende più influenti in Slovenia. Mentre i residenti hanno deciso di adire le vie legali per esercitare ulteriori pressioni e informare l’opinione pubblica sugli sviluppi inaccettabili di Vrtojba, continua anche la mobilitazione: sabato 3 maggio si terrà una manifestazione per la chiusura della base di asfalto di Vrtojba, sul prato accanto alla base di asfalto.

Invitiamo tutti ad unirsi quindi alla manifestazione di Mladi za podnebno pravičnost (Youth for Climate Justice) e dei residenti locali, per dare supporto a questa lotta contro la devastazione del territorio!

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[27/05] Concerto benefit contro la repressione!

[SLO]          [ENG]
TRIESTE HARDCORE, SMARZA PRIDE & BURJANA presentano:
CONCERTO BENEFIT CONTRO LA REPRESSIONE
[Riva Traiana, Parcheggio Ausonia]

Appare ormai evidente come l’apparato statale, negli ultimi anni, abbia messo in atto una vera e propria crociata repressiva nei confronti dellə compagnə, a Trieste come altrove: con ogni mezzo a propria disposizione, sembra che l’unico intento sia quello di colpire i soggetti più esposti con la speranza di spaventare e dividere sempre più le realtà che animano le piazze e le strade triestine.

I casi sono i più disparati e fantasiosi: possiamo citare il divieto totale al corteo del 25 aprile scorso, con annessa la vergognosa gestione securitaria delle forze del disordine, come il comportamento tenuto dal questore stesso, che durante la comunicazione in questura dello scorso Smarza Pride, con fare paternalistico, da un lato rassicurava lə compagnə sull’importanza della manifestazione e dall’altra firmava le prescrizioni che vietavano di manifestare lungo le rive di Trieste, per garantire “il corretto svolgimento delle iniziative economiche”.

Di esempi più o meno eclatanti, negli ultimi anni, ne abbiamo collezionati un’infinità: in proposito, vale ancora la pena ricordare come la digos si sia prodigata per far in modo che un concerto hardcore non avesse luogo, facendo pressione sui gestori del locale in cui doveva svolgersi la serata. La ragione? La chiara vicinanza dellə organizzatorə a gruppi, secondo loro, afferenti all’area anarchica.

Digos, anticrimine e procura riempono i tribunali di fascicoli degni di una saga fantasy e noi ci ritroviamo con denunce e processi a nostro carico.

L’occasione di questo benefit, nello specifico, è la pronuncia di una sentenza per oltraggio a pubblico ufficiale, a carico di due compagni, condannati sulla base di testimonianze fantasiose e prove pressoché inesistenti.Le testimonianze fornite dai compagni e dalle compagne in occasione del processo, che mettevano in luce dinamiche completamente diverse da quelle raccontate nei verbali, ovviamente non sono state credute.

Arrivatə a questo punto, con le prime sentenze che pesano sulle spalle di alcune persone, le parcelle dei legali vanno pagate e noi abbiamo scelto di non lasciarə nessunə da solə!

Crediamo che l’unica risposta possibile a questo clima repressivo sia la volontà di fare rete ed assumersi, ognunə secondo la propria sensibilità, la disponibilità ad esporsi, in modo da non lasciare alcuni gruppi o singolə individuə come unici bersagli!

FREE ENTRY!

Con noi ci saranno:
PRIMA, DURANTE E DOPO:
Dj-Set Trash & more by Trieste Hardcore Crew + TBA
I nostri concerti vogliono essere uno spazio sicuro per tuttx, quindi non saranno tollerati comportamenti fascisti, razzisti, maschilisti, omotransfobici, sessisti e abusanti.

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