La Cassazione ha respinto il ricorso dell’avvocato di Alfredo Cospito.
Resterà al 41bis.
Condannato a morte da uno stato assassino!
La Cassazione ha respinto il ricorso dell’avvocato di Alfredo Cospito.
Resterà al 41bis.
Condannato a morte da uno stato assassino!
GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO // ORE 17 // LARGO BARRIERA
Scriviamo queste righe nell’urgenza, nella rabbia e nell’angoscia dell’attuale situazione invitando ad una presenza massiccia.
Come saprete, Alfredo Cospito si trova attualmente all’interno di una cella di 41 bis costruita nell’ospedale San Paolo di Milano, restando “murato vivo in quel sarcofago di cemento” e rischiando un collasso in ogni momento. La sua lotta continua contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo, come la nostra in suo supporto. Terminerebbe lo sciopero della fame se venisse declassato.
Rimbalzandosi le responsabilità tra istituzioni stanno portando Alfredo Cospito alla morte.
Pensiamo che il 41bis e l’ergastolo ostativo vadano aboliti e che non vogliamo vivere in un paese che fa morire un prigioniero politico in sciopero della fame. Pensiamo che i cambiamenti nella società hanno un tempismo delicato, ci sono momenti in cui posticipare non è neutro, è assecondare. Ci sono momenti in cui non fare niente ha conseguenze storiche maggiori di altri. La partita si sta giocando ora, scendiamo in piazza giovedì.
28 GENNAIO ORE 15.00
PARTENZA CAMPO SAN GIACOMO (TRIESTE)
Alfredo ha ormai superato i 90 giorni di sciopero della fame. Lotta per tutte e tutti noi contro gli abomini giudiziari del 41 bis e dell’ergastolo ostativo, sempre più usati per reprimere il dissenso politico. Da maggio 2022 è stato infatti murato vivo nel carcere di Bancali, senza poter vedere un ciuffo d’erba, un cielo senza sbarre o avere alcun tipo di comunicazione con l’esterno. E’ la ferocia vendetta di uno stato che, dichiarandosi democratico e civile, usa tutta la sua violenza istituzionale per reprimere chi non ha mai abbassato la testa, i suoi nemici giurati.
Tortura è sempre tortura: carcere duro, ergastolo senza fine o benefici, regimi differenziati, stragi nelle carceri (come accaduto durante le misure sanitarie d’emergenza, con 14 detenuti ammazzati) – qualunque sia la retorica che li giustifica – rimangono delle pratiche indegne, da fermare immediatamente. La loro funzione, come per tutte le disposizioni emergenziali di cui abbiamo subito le conseguenze anche negli ultimi anni, è rendere la barbarie una pratica permanente, accettata per paura o convenienza. Con la cosiddetta “lotta al terrorismo”, da ormai decenni, una scure repressiva è stata calata sulla società: sorveglianza, inasprimento delle pene, fino alla punta più avanzata, i regime carcerari.
Grazie ad Alfredo si è aperta una crepa, guardiamoci oltre! E’ il momento di prendere posizione, sostenere chi lotta con l’unica arma che gli rimane – il suo corpo – decidendo di dedicare la sua vita alla denuncia di questi trattamenti.
No 41bis, No tortura!
Per l’abolizione dell’ergastolo ostativo e dell’emergenzialismo penitenziario!
VENERDÌ 20 GENNAIO / ORE 18.00
BAR LIBRERIA KNULP
Alfredo Cospito, rinchiuso al 41 BIS nel carcere di Bancali, è un anarchico che si trova attualmente recluso perché accusato, con Anna Beniamino, di un attentato in cui furono posizionati due ordigni a basso potenziale (polvere dei fuochi d’artificio) davanti ad una scuola dei Carabinieri. L’attentato avvenne nella notte in un luogo isolato, non causò né morti né feriti ma fu classificato come strage semplice, in un processo con poche e strane prove. Durante la detenzione Alfredo ha continuato a contribuire pubblicamente al dibattito anarchico internazionale con scritti e libri. Per farlo tacere, o forse per cieca vendetta, nel 2022 lo Stato intraprende due strade: il 4 maggio la ministra Cartabia firma un decreto di applicazione del regime del 41 bis per Cospito, la ragione è la sua attività scritta dal carcere, applicando per la prima volta tale regime non per prevenire relazioni segrete e pizzini ma per reprimere la diffusione pubblica di idee. La seconda avviene il 6 luglio con una raffinata forzatura giuridica in cui la Cassazione riqualifica l’attentato come strage contro la sicurezza dello stato, punibile con l’ergastolo ostativo. Tale condanna è una delle più gravi dell’ordinamento giuridico e non fu comminata nemmeno per le stragi di Piazza Fontana o di Falcone e Borsellino, dove diverse tonnellate di tritolo fecero saltare autostrade e piazze e dove morirono due giudici, le loro scorte e molte persone.
Ma Alfredo, che non è mafioso ma anarchico, davanti alle ingiustizie e ai soprusi risponde. E dall’orrore in cui lo seppelliscono, trae forza per contrattaccare, non per un tornaconto personale, ma per un miglioramento delle condizioni di tutti e tutte. Con l’unica arma che gli rimane a disposizione, il corpo, dal 20 ottobre Alfredo Cospito inizia uno sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo, i “due abomini repressivi dello Stato Italiano”. Dopo più di ottanta giorni di digiuno sta rischiando la vita. Il tribunale di Roma, a dicembre, ha confermato la sua permanenza in questo regime di tortura. Il suo sciopero della fame continua ad oltranza.
Di fronte al silenzio istituzionale e alle manovre più o meno esplicite per depistare, una volta di più, le ragioni di una battaglia di giustizia e libertà (che per la prima volta emerge con questa forza nei confronti delle torture del 41 bis e dell’ergastolo ostativo) non possiamo che prendere parola, mobilitarci e rompere la cortina fumogena che cala su queste questioni.
Questa lotta riguarda tutti e tutte: anche fuori dalle prigioni diamone voce e visibilità!
Anche oggi abbiamo fatto un giro in città per ricordare che una persona è in sciopero della fame da 79 giorni contro il regime del 41 bis, in cui è stata confinata dallo stato (ministero della giustizia, Direzione nazionale antimafia e terrorismo, tribunale di sorveglianza) per pura vendetta. Nel silenzio generale c’è chi rischia la propria pelle per battersi contro la tortura, per rompere le mura di silenzio di questo dispositivo infame. Alfredo Cospito, militante anarchico, sta lottando per tutti/e noi, contro la tortura di stato, l’ergastolo ostativo e il 41 bis. Il minimo che possiamo fare è raccontare la sua lotta e diffondere le iniziative di solidarietà.