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[20/08] Burjana Outdoor – Cura e salute: questione di tutt3 [con Smarza Tfq]

Tagli alla sanità e chiusure dei consultori, malattie invisibilizzate, stigmatizzazione della sieropositività e inaccessibilità ai percorsi di affermazione di genere: sono solo alcune delle problematiche da cui è sorta la necessità di rimettere i nostri corpi al centro del discorso, in quanto soggetti, e non oggetti di azioni sanitarie istituzionali.

Martedì presenteremo insieme a Smarza Tfq la fanzine “Cura e salute: questione di tutt3”, per mettere in discussione un sistema che non conosce e ignora i nostri bisogni, e cercare delle risposte alternative ai luoghi di cura istituzionali, che molto spesso finiscono invece per risultare luoghi di violenza.

Creare salute dal basso significa partire da noi: dalle nostre individualità e dai nostri bisogni, per poi costruire risposte a tali esigenze senza dover delegare le pratiche di salute a un’istituzione sorda alle soggettività marginalizzate e che spesso invece pensa ai propri interessi.

Vi aspettiamo alla Burjana Outdoor!

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[01/06] Crociere: né qui né altrove!

1 giugno / ore 11.00 / statue dei bersaglieri (fra il Molo e la s. Marittima)

Sabato primo giugno alle 11.00 ci troveremo presso le statue dei bersaglieri, fra il molo Audace e la stazione Marittima, per informare e denunciare i danni – senza ritorni positivi – che le crociere recano alla nostra città. Lo facciamo nell’ambito di una giornata di mobilitazione promossa dall’European Cruise Activist Network (Ecan) che tiene insieme i collettivi di diverse città come Barcellona, Marsiglia, Kiel, Rotterdam, Venezia e Livorno e che punta a evidenziare che quello delle navi da crociera è un problema comune. Nessuna città può salvarsi da sola.

Il manifesto sottoscritto dai membri della rete nel 2023 a Barcellona ha una netta conclusione: il settore crocieristico deve andare incontro alla riduzione delle sue dimensioni fino alla sua scomparsa, visto che non è possibile ridurre l’impatto di navi così grandi, che hanno sempre bisogno di energia, sconvolgono fondali (come quelli del golfo di Trieste) e producono molti rifiuti, per citare solo tre aspetti critici.

Fino a pochi anni fa Trieste sembrava fuori dalle rotte crocieristiche principali. Ora però, complice anche la riduzione del traffico diretto a Venezia, la nostra città sta scalando la classifica dei porti più frequentati in Europa da questo genere di navi (per il 2024 sono in programma circa 150 toccate). È sempre più abituale vedere da piazza Unità o dalle Rive le enormi sagome delle navi da crociera che portano con sé anche l’occupazione di una parte della strada per permettere lo sbarco e l’imbarco delle persone. Insieme alla nave arriva anche un comignolo sempre in funzione che rilascia nell’aria inquinanti che nuociono a tutta la città.

La giunta Dipiazza sostiene che il nuovo modello di sviluppo cittadino non può fare a meno del turismo di massa e delle navi da crociera. Sappiamo già cosa comporta tutto questo perché abbiamo ne visto i risultati altrove: stravolgimento del tessuto commerciale e relazionale nel centro, aumento degli affitti, espulsione dalle zone centrali delle persone più povere, più inquinamento e una città sempre meno a misura di chi ci vive. Si dirà che le navi portano lavoro, ma bisogna chiedersi di che tipo di lavoro stiamo parlando. 

A Monfalcone, dove navi di questo tipo vengono costruite, una selva di imprese lavora per conto di Fincantieri cercando di ridurre il più possibile il costo del lavoro. 

A Trieste, dove le navi attraccano, ci si chiede se il turismo è in grado di sostituire le realtà produttive che hanno chiuso negli ultimi decenni in città.

Non vogliamo rassegnarci a quest’esito e per questo invitiamo tutte le persone interessate a partecipare, portando anche idee e proposte per far crescere la mobilitazione.

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Grandi navi: cosa portano in città?

Il turismo da grande nave causa l’emissione di ingenti quantità di inquinanti in atmosfera e mari, il che contribuisce all’insorgenza e peggioramento di malattie respiratorie e cardiovascolari, oltre a esacerbare i cambiamenti climatici. Aumentare i profitti di pochi ristoratori e dare qualche posto di lavoro sfruttato non può essere un motivo valido.

Il 3 marzo saremo in piazza con Fridays For Future Trieste anche per dire no al turismo di massa e da grande nave, per continuare a lottare per una società sostenibile che ruoti intorno ai bisogni della persona e non del capitale.