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Il ricordo di chi

Ieri era il 10 febbraio e ormai da 20 anni si celebra “il giorno del ricordo”. Come antifascistx che militano su questo territorio prendiamo parola su questa data che, tra le altre cose, nasce in contrapposizione al 25 aprile. 
Di cosa sia il “giorno del ricordo” e del revisionismo storico a cui fa di contorno, ne parlano molto bene Gobetti nel manifesto e il collettivo Nicoletta Bourbaki su Internazionale.
Non abbiamo mai fatto i conti con il fascismo e cosa ne è stato. Dalle colonie in Somalia fino al cosiddetto “confine orientale”, abbiamo dei rimossi così grandi con il regime fascista da legittimare e creare date come il 10 febbraio che tentano di rinarrare la storia.
Anche a Trieste la memoria è breve, o si fa finta di niente. La lingua slovena durante il fascismo era proibita, tanto da cambiare i nomi a persone e paesi italianizzandoli, fino ad inventarsi nomi di santi che non esistono. Sinceramente, ma chi cazzo è san giuseppe della chiusa, che chiusa? Di sicuro non la bocca dei fasci che l’hanno coniata!
Nel linguaggio comune si usa ancora “s’ciavo” senza farsi un problema, senza pensare che è un insulto. I triestini per cui lo sloveno è “parlar per zakaj” o “parlar s’ciavo”, sempre offensivo, nello stesso fiato usano “zima”, “pek”, “kljuka”, parole slovene spacciate per dialetto triestino. Sono gli stessi triestini che iscrivono i propri figli nelle scuole slovene perché “ci sono meno neri”. Dall’odio anti-slavo al razzismo è un attimo.
Noi sabato avevamo testa e cuore a Gradisca, sai che ce ne frega di Mattarella a Gorizia a raccontare il superamento dei confini e la fratellanza fra popoli. Ma quali popoli? I popoli degli oppressori forse? I confini ci sono e il CPR ne è la prova. La fratellanza non c’è e il rifiuto di revoca alla cittadinanza onoraria di Gorizia a Mussolini ne è la prova.
Come tuttx abbiamo appreso dai giornali, da quelli locali a quelli nazionali, l'”imbrattamento” del monumento ai martiri delle foibe. “Imbrattamento al monumento” poi, due scritte sull’asfalto all’entrata.
La politica tutta si è indignata, da dipi a giorgiona, condannando l’atto come uno sfregio al “ricordo di una delle pagine più buie della storia”. Ricordo di chi? Della X Mas torturatrice e collaboratrice dei nazisti? 
Non ci pare che le reazioni siano state le stesse agli imbrattamenti dei monumenti, quelli veri, ai caduti antifascisti. Di quelli neanche una parola sui giornali, men che meno del “primo cittadino” a fare la scenetta patetica con il rullo di vernice. Due pesi due misure? O semplicemente la nostalgia del regime fascista e il bisogno di revisionare la storia per leggittimarlo oggi? 
Riprendiamo, invece, il motto dei partigiani provando a farlo nostro ogni giorno, per la libertà dei popoli oppressi oggi come ieri. Praticando il nostro antifascismo militante dal 25 aprile in corteo, alle manifestazioni per una Palestina libera dal fiume al mare e sotto il CPR di Gradisca con i rivoltosi. Perchè non sia solo un motto ma una pratica quotidiana. 
SMRT FAŠIZMU, SVOBODA NARODU
— alcunx antifascistx —
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Notizie e comunicati

Colpo su colpo, la rivolta è possibile

Mentre si accelerano i tempi di approvazione del decreto “elmetto e manganello” 1660, a Trieste si inaugurano le zone rosse e dalla Palestina giungono notizie di nuovi attacchi sionisti (nonostante la tregua), dal lager CPR di Gradisca ci giungono in queste settimane le ripetute grida dei prigionieri in rivolta.

Non si tratta, per noi, di episodi isolati, compartimenti stagni buoni per qualche indignazione. Vediamo invece, dietro tutto questo, la ferrea logica del capitalismo coloniale che, sostenendo ed armando un genocidio trasmesso in diretta televisiva, affina allo stesso tempo gli strumenti della guerra interna. Dal carcere ai CPR e dalle zone rosse ai decreti “sicurezza”, la crescente repressione politica e sociale sembra ormai l’unico orizzonte del nostro sguardo, difficile da volgere altrove.

Repressione che è anche guerra alle persone migranti e “straniere”, che uccide sul Mediterraneo e sulle rotte balcaniche (come dimenticare i tre ragazzi agonizzanti nei boschi della Bulgaria, nuovo cane da guardia dei sacri confini europei?), che tortura nei campi di detenzione come a Gradisca, in nome della linea del colore decisa e continuamente negoziata dai potenti lungo gli ultimi secoli e della classe. In altre parole, se sei non-biancə e/o poverə, diventi facilmente carne da macello ai confini, nei Cpr, nelle carceri minorili o per strada, magari inseguito e speronato da una macchina dei carabinieri.

Repressione che è anche guerra verso i nemici interni, una guerra per il profitto di pochi che va avanti da secoli, imperniata sulla macchina estrattiva di risorse, territori, forza lavoro, aree turistiche. La nuova miniera va sfruttata al meglio e per farlo deve calpestare chi le città le abita, ripulire le aree poco decorose, quelle che in un modo o nell’altro fanno resistenza al “progresso”, sorvegliare le strade e le piazze che non si conformano o si piegano. Come non vedere, in queste zone rosse (diciamo, per semplificare, Piazza Libertà, le rive, Barriera), nate su spinta dell’indignazione bottegaia e del sensazionalismo dei giornali, la creazione di zone cuscinetto a protezione del centro, dei palazzi del potere come della zona turistica per eccellenza?

Di fronte a questi scenari di guerra esterna ed interna, accogliamo la rivolta di chi resiste. Che siano i combattenti della resistenza palestinese, i disertori anonimi delle trincee imperialiste, i fratelli chiusi nella gabbie di Gradisca.

Nel Cpr, colpo dopo colpo, pezzo dopo pezzo, le gabbie vengono smantellate dai prigionieri in rivolta: dopo giorni di proteste, un’intera sezione è ormai inagibile, posti sottratti alla tortura di stato dalla lotta, con cui fraternizziamo. Ne sappiamo il prezzo ed è per questo che ne diamo voce, in questi tempi dove pare sempre più difficile ribellarsi. La rivolta è possibile, ce lo insegna chi non ha più niente da perdere.

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[08/10] Burjana Outdoor – Festa!

Alla fine di un’estate densa di incontri, confronti, dibattiti e ciacole, musichette ballerine e bici tornate in vita, cultura dal basso e vita di quartiere, è arrivato il momento di festeggiare insieme la fine di questa stagione con una serata di socialità per l’ultima Burjana outdoor del 2024!

Ci vediamo martedì, come sempre dalle 18:30 in campo San Giacomo!

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[01/10] Burjana Outdoor – Un giorno in Questura: verso lo stato di polizia

Martedì 01.10 sarà ancora Burjana Outdoor!

Oltre ai consueti ciclofficina, serigrafia e distro, bar popolare, musica, socialità e spazio bimbə, questo martedi parleremo del Ddl 1660 e dell’opposizione che si sta creando contro la sua approvazione!

Il governo meloni con la legge “elmetto-manganello” – il DDL 1660- attacca e limita senza precedenti ogni libertà di manifestare, scioperare e lottare. Creando strumenti giuridici che permettono di stroncare sul nascere i futuri e inevitabili conflitti sociali.

IL DDL 1660- infatti- introduce nuovi reati e nuove aggravanti di pena. Andando a colpire le proteste contro la guerra con il reato di “terrorismo alla parola”, le proteste contro le Grandi Opere aumentando le pene fino a 20 anni, le manifestazioni contro la catastrofe climatica come i blocchi stradali e legati occupazioni. Introduce pene durissime contro qualsiasi forma di protesta nelle carceri e nei CPR.

Allo stesso tempo il DDL 1660 prevede la totale impunità per le forze dell’ordine permettendo loro di reprimere, picchiare e punire senza subire conseguenze.
Le legge è firmata anche dal ministro della Difesa, a sottolineare che si tratta di misure di guerra per creare un contesto sociale pacificato nella tendenza alla guerra sempre più marcata.

Vediamo già i suoi effetti nella negazione delle piazza per il corteo del 5 ottobre per la Palestina con la scusa dei “rischi per l’ordine pubblico”.

Martedì parleremo e discuteremo insieme presentando anche il coordinamento Rete Liberi/e di lottare – Fermiamo insieme il DDL 1660 che si oppone al decreto.

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[24/09] Burjana Outdoor – Don Bosco R-Esiste!

Alla prossima Burjana Outdoor proietteremo Don Bosco R-esiste, un cortometraggio di Nomade §ame che racconta il presidio dell’ormai noto parco Bolognese che ha dato vita ad una resistenza urbana nei confronti del progetto edile che prevede l’abbattimento dell’intero “bosco” per dar spazio ad infrastrutture pubbliche e non.

Nuove modalità di lotta ambientali sono possibili e ce lo raccontano le voci di chi da mesi presidia il parco occupandone gli alberi e reclamandone la sopravvivenza.

“Chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria.”
(Italo Calvino, il Barone rampante)

Tutto il ricavato della serata andrà a sostenere la lotta contro l’ovovia.

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[21/09] Un pranzo in pretura! [Assemblea antirepressione]

Casa del Popolo di Sottolongera / 21 settembre / ore 13

Ecco il menu antirep che abbiamo preparato per voi per la giornata del 21 settembre, tutto vegan e tutto fatto in casa!

Qualche info organizzativa:
💰Il prezzo solidale del menù (incluso il bere durante il pranzo) sarà di 20 euri MA fateci sapere se avete difficoltà economiche e vi verremo incontro.

📩 Vi chiediamo di prenotare per organizzare al meglio il pranzo. Scriveteci ENTRO IL 14 SETTEMBRE a assembleantirepressionetrieste@riseup.net oppure sui nostri social (nome + numero di persone).

🎪 Stay tuned! A breve la line up delle artiste per il pomeriggio!

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[10/09] Burjana Outdoor – Rivolte in Bangladesh

Negli ultimi mesi, in Bangladesh, si sono scatenate delle rivolte sempre più radicali, inizialmente guidate dagli studenti universitari contro una legge per le assunzioni pubbliche che favoriva i parenti dei reduci della guerra con il Pakistan, e poi estese contro il governo e le sue politiche nel complesso. L’esercito e le forze di sicurezza hanno duramente represso le proteste, con centinaia di feriti e di morti tra i manifestanti, ma nonostante questo le rivolte hanno vinto, facendo cadere il governo e aprendo una nuova fase politica.

Martedì, in Burjana Outdoor, approfondiremo con alcune persone del Bangladesh gli accadimenti di questi ultimi mesi di rivolta e le future prospettive del paese, che nonostante miseria, repressione interna e misure di polizia viene ancora considerato un “paese sicuro”.

Troverete anche i soliti spazi (bimbi, cicloffa, serigrafia, distro varie e baretto), vi aspettiamo!

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[21/09] Un pranzo in pretura [Assemblea antirepressione]

Un pranzo in pretura – benefit dell’Assemblea contro la repressione di Trieste

Non sapete che fare per festeggiare l’arrivo dell’autunno? Un bel pranzo antirepressione vi aspetta il 21 settembre in Casa del Popolo di Sottolongera!

Purtroppo estate o autunno che sia la pioggia di denunce continua ad arrivare e lə avvocatə vanno pagate.
Ma tranquillə non è questo per noi motivo di afflizione, anzi, ci sembra una buona scusa per ritrovarci ancora una volta per mangiare assieme, fare rete, stringere legami e organizzare il prossimo reato 🤭 (si scherza signori Digos!).

MA ATTENZIONE, non è finita qui!

Dopo il grande successo dello scorso autunno rilanciamo una CALL FOR ARTISTS 💫

Per costruire assieme un momento artistico fatto di performance, mostre, banchetti e qualsiasi cosa possa venirci/vi in mente artisti, artiste e artistu con voglia di contribuire alla giornata!
Non esitate a contattarci se volete contribuire in qualsiasi modo!

[a breve more info su pranzo e performance]

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[03/09] Burjana Outdoor: Slam Poetry!

«Quando restituisce un corpo, ecco: è poesia», scrive Ottavio Fatica.

Poetry Slam non è altro che uno dei modi più semplici e portatili per fare comunità intorno alla poesia, un contenitore meticcio di voci e parole.

Chiunque può partecipare, in ogni lingua e espressione purché propria e non rubata da altri.

Si tratta sostanzialmente di una gara di poesia in cui diversi poeti leggono sul palco i propri versi e competono tra loro, valutati da una giuria composta estraendo a sorte cinque elementi del pubblico, sotto la direzione di un MC, come in una battle Hip Hop.

Per il resto… Non c’è che da mettersi in gioco con le proprie voci e parole, i propri corpi.

Si partecipa come autori e autrici su prenotazione. Basta contattare in direct la nostra pagina Instagram (https://www.instagram.com/burjana.trst/) o scrivendo una mail a laburjana@riseup.net

P.s. scriveteci pure se siete solo curiose e curiosi, se volete semplicemente informazioni in più🍒

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[27/08] Burjana Outdoor – Capitalismo della sorveglianza: da Hebron a Venezia

Nella prossima Burjana Outdoor parleremo di nuove tecnologie come mezzo di sorveglianza e repressione. Due compagni racconteranno delle rispettive esperienze ad Al Khalil (Palestina) e Venezia, dove i rispettivi progetti di città “smart” non condividono obiettivi ma tecniche e dispositivi di controllo. Assieme a loro cercheremo di capire da dove nascono gli sforzi di trasformare la realtà in dato scientifico per poi mercificarlo e qual è stata la genesi di queste nuove tecniche: l’accumulazione di capitale, la sorveglianza delle popolazioni, il loro sterminio.

Inoltre, come al solito, troverete lo spazio bimbi, la ciclofficina, i nostri banchetti, il baretto popolare e dopo il dibattito il set di dj Sordo!