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E vennero a bussare alle nostre porte

Lo sapevamo: ci sono battaglie che non ti risparmiano nulla. Quella contro il 41bis e l’ergastolo ostativo per Alfredo Cospito era una di queste.

La scorsa settimana la Digos si è presentata alle porte di tre compagnə, pescatə come al solito nel mucchio, con un ordine di perquisizione, ribaltando le loro case da cima a fondo per sequestrare oggetti come scarpe, manoscritti, computer, telefoni, martelli, volantini e libri. Il fatto che alcuni di questi ultimi fossero ascrivibili alla stampa anarchica è stato riportato nei verbali quasi a rappresentare una prova di criminosità, come se leggere e studiare alcune cose rispetto ad altre sia di per sé prova di reato. Hanno inoltre fotosegnalato i/le compagnə in questura, tentato di prelevarne le impronte digitali e le hanno mantenutə in stato di fermo per quasi 8 ore. Non aggiungiamo altri dettagli, se non che la foga da sequestro ha portato a requisire dispositivi anche di persone non coinvolte nell’inchiesta e che almeno un account google è risultato hackerato e sottratto al proprietario (con tanto di cambio di password e indirizzo di recupero).

Ci abbiamo messo la faccia in questa battaglia, promuovendo iniziative pubbliche, prendendo parola, scendendo in strada: convintx che fosse la cosa giusta, contro una vergogna, un regime di tortura, un macchinario infernale di isolamento, chiamato 41bis e fine pena mai.

I fatti contestati riguardano uno dei tanti episodi della campagna portata avanti in solidarietà al militante anarchico in sciopero della fame (concluso in fin di vita dopo 180 giorni). Poco importa, per quanto ci riguarda, che le iniziative di solidarietà fossero praticate di giorno o di notte: tutte le iniziative erano parte di un percorso più ampio, di quel lavoro infaticabile operato dall’eterogenea solidarietà internazionale per rompere la cappa di silenzio in cui il caso di Alfredo si trovava. Solo dopo un mese dall’inizio dello sciopero della fame, e l’iniziativa dei pochi che hanno preso posizione, il suo caso ha aperto una breccia nella discussione pubblica: da quella feritoia, che si è man mano aperta, si è sviluppata una critica radicale al sistema carcerario punitivo italiano, tra i peggiori a livello europeo, e ai metodi di vendetta nei confronti dei prigionieri rivoluzionari. Per la prima volta è stata messa in discussione la barbarie del 41bis, fin a quel momento invisibilizzata sotto il terrore della mafia.

Arriva ora una delle tante operazioni repressive dello stato: si isola un episodio, si pesca nel mucchio qualcunə per rimestare nelle sua vita privata e dare avvio alla vendetta. Staremo a vedere come finirà: nel frattempo, a testa alta, continueremo a sostenere le ragioni di chi si è battutə e si batte per il cambiamento di questo ordine sociale verso un mondo in sintonia con la natura in cui non ci siano sfruttatə. Il resto prima o poi andrà discusso: la sproporzione, spiccata nella digos di Trieste, tra modalità di investigazione, sorveglianza e arbitrio poliziesco di fronte ai reati contestati; la cappa oppressiva che cerca di togliere l’aria; l’urgenza di riorganizzare tutte le battaglie che questo mondo aspetta. (Ricordiamo che, pare sotto diretta regia da Trieste, la settimana scorsa è avvenuto anche questo).

Approfittiamo intanto di questa visita per ribadire la nostra solidarietà alla lotta intrapresa da Alfredo Cospito (ancora rinchiuso al 41bis, in attesa delle ridefinizione della pena per il processo Scripta Manent) e far risuonare ancora le nostre parole contro la tortura di stato e la persecuzione dei e delle militanti rivoluzionarə .

Una volta di più FUORI ALFREDO DAL 41BIS! Dalla parte di chi lotta!

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Iniziative

[7-8/07] Trieste-Gradisca: 2 giorni contro i CPR

 

Le recenti rivolte nel cpr di corso Brunelleschi di Torino ne hanno decretato la provvisoria chiusura.
A partire da queste esperienze vogliamo discutere assieme e trovare nuove forme di solidarietà verso le persone recluse. Lo spettro dei possibili metodi di lotta e’ spesso più ampio della nostra stessa immaginazione.

Gli appuntamenti sono:

venerdì 7 luglio,ore 19.30, campo San Giacomo (Trieste)
→ Presentazione dell’opuscolo: “ I cpr si chiudono col fuoco”, un testo che raccoglie le testimonianze dirette di chi in quei giorni si trovava dentro al cpr di torino. Saranno presenti alcune compagne che hanno partecipato alla stesura dell’opuscolo.
→ Raccolta indumenti estivi (magliette , pantaloncini, biancheria intima da uomo) e cibo (tutto confezionato,niente vetro e lattine) per le persone recluse nel CPR di Gradisca

Sabato 8 luglio,ore 18.30, Gradisca: Serata contro il CPR (nel prato davanti al cpr):
→ presentazione opuscolo
→ consegna pacchi
→ presidio solidale.

Le affinità si sviluppano con le pratiche di lotta.
Un muro e’ una barriera solo per chi non e’ capace di guardare oltre.

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Da Trieste alla Val Maurienne: contro la devastazione del territorio, basta repressione preventiva!

Lo scorso weekend si è svolta in Val Maurienne un’importante iniziativa internazionale contro la linea ad alta velocità Torino-Lione: un weekend di mobilitazione per unire il lato francese e quello italiano in questa lotta contro la devastazione del territorio. A promuoverla, in prima linea, c’erano il movimento Le Soulevement de la Terre che da tempo porta avanti un percorso radicale su territori, grandi opere, ambiente e risorse idriche; e il movimento Notav, che da trent’anni si batte in Val Susa in difesa del territorio contro il mostro dell’alta velocità e le sue opere inutili, dannose e imposte.

Le giornate, nonostante l’imponente dispositivo di polizia, le interdizioni e gli impedimenti da parte della prefettura locale, la violenza, le granate e le piogge di lacrimogeni, si sono rivelate un successo che – nella varietà delle pratiche – hanno saputo mettere a confronto compagnx di diverse provenienze e in campo pratiche radicali di lotta politica.

Vogliamo però denunciare l’ennesimo episodio di repressione amministrativa, che ha riguardato centinaia di compagnx, tra cui sei triestini, che avevano intenzione di unirsi alla mobilitazione. All frontiera italo-francese, infatti, diverse persone si sono viste notificare un “Refus de entree”, una misura amministrativa di interdizione all’ingresso nel territorio francese motivata con due ragioni: la radicalità del movimento Le Soulevement de la Terra, considerato in sostanza eversivo e di cui, proprio in queste ore, si è deciso lo scioglimento da parte delle istituzioni francesi; la pericolosità delle persone interessate dal provvedimento che sarebbero una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Queste segnalazioni, raccolte ad arte dalle varie questure italiane per compilare delle vere e proprio liste di proscrizione, si basano su variegati momenti di lotta politica, che in molti casi non hanno neanche portato a imputazioni: si tratta dunque di annotazioni discrezionali da parte di organi di polizia, che non permettono alcun tipo di garanzia e difesa. Uno sbirro annota, decidendo della tua pericolosità; da lì in poi la tua libertà di movimento e di manifestazione risulta compromessa. Ci chiediamo dove siano i garantisti in queste occasioni!

Il tutto avviene in una frontiera già pesantemente sorvegliata in senso etnico, che vede continuamente respingimenti ed espulsioni di persone migranti in movimento: una pratica che si sedimenta e rende sempre più visibile il regime della frontiera, come filtro e macchina di controllo dello stato.

Vogliamo dunque denunciare questa deriva repressiva, che fa della prevenzione e della pratica amministrativa il suo strumento fondamentale. Un controllo soft, ma sempre più esteso, che pesa sulle teste di tuttx!

Se siamo delle minacce all’ordine pubblico – ovvero al sistema che garantisce e protegge la devastazione dei territori, il respingimento dei migranti, il profitto dei pochi – lo accettiamo senz’altro; ma respingiamo con forza la schedatura di massa e il controllo poliziesco, che sono la vera minaccia che incombe!

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Iniziative

[13/06] Burjana Outdoor (is back)

“Il senso di frustrazione, ansia, impotenza, solitudine è qualcosa che ci è famigliare, ma che non vogliamo accettare.
Qualcosa che vogliamo combattere con l’aggregazione, la solidarietà, il mutuo appoggio e l’autogestione.
Qualcosa a cui ci vogliamo opporre stando insieme, partendo dalla piazza del rione più popoloso e storicamente più popolare, operaio e combattivo di Trieste: Campo San Giacomo.
Ci troviamo tutti i martedì, dalle 18, in piazza, per un bicchiere in compagnia, un po’ di musica e tutte le attività che ci verranno in mente, decidendo assieme come vivere i nostri rioni.”

Sono queste le parole con cui un anno fa si chiudeva il testo di lancio del primo Burjana Outdoor.

Innanzitutto, non sapevamo che avremmo passato tutti – ma proprio tutti – i martedì dei successivi quattro mesi in quell’angolo della piazza, tra musica, biciclette da riparare, birrette e tante, tante chiacchiere sul mondo che ci circonda, i nostri desideri per futuri diversi e i mezzi per raggiungerli.

Vorremmo dire che in un anno tante cose sono cambiate nella nostra città, e forse è così, ma non possiamo certo dire che siano cambiate per il meglio.

La politica istituzionale è ormai tutta piegata al turismo di massa e alle grandi navi, che siamo fieri di aver “scippato” a Venezia, in modo che vengano a inquinare e i turisti a invadere la nostra città; una città sempre più vetrina e dove il centro è sempre più inaccessibile per chi abita fuori da esso. Tutto deciso in nome della messa a valore di ogni angolo, di ogni pietra che di Trieste possa essere venduta al Dio denaro nelle sembianze di un ignaro, ma abbiente turista.

Una città dove il Comune continua a svendere il patrimonio pubblico (vero marchio di fabbrica del “regno” ventennale di Dipiazza) e non destina un euro di quelle rendite ai rioni periferici. Massima priorità alle statue.

Una destra cittadina che, in un mondo che sta letteralmente bruciando sotto i nostri piedi, insiste sul benessere che ci porterebbero le crociere, veri mostri dei mari, e fa le barricate attorno a un progetto dissennato come quello dell’ovovia.

Un rione dove vogliono toglierci il consultorio e l’ex-Pavan, ma stanno aprendo B&B come funghi e i prezzi delle case salgono alle stelle.

E mentre l’opinione pubblica, sospinta dai giornali locali, dibatte sul corretto prezzo di una fetta di torta, fuori dal perimetro urbano si consuma l’ultima tragedia della “vecchia” grande industria, con la Wärtsilä che da un anno almeno ha già le valigie pronte e fa quello che ogni multinazionale fa, cioè i propri cinici interessi, e nessuno si prende la briga di fare gli interessi degli operai – che sono anche quelli della città -, neppure gli operai stessi. Grande sdegno delle istituzioni e tutti già pronti a gettare la spugna con gran dignità, come diceva De Andrè.

Un potere cittadino ormai sempre più sfacciato, come quando, qualche giorno fa, il sindaco, a proposito di quel nuovo negozio che vende torte al costo di una cena di pesce, rimarcava senza pudore un semplice fatto che i più sembrano non voler (ancora) vedere: oggi a Trieste quella fetta di torta è paradigma perfetto della città che alcuni stanno costruendo: se c’hai i soldi te la mangi, se no, guardi fuori dalla vetrina. E si stupiscono pure se c’hai da ridire qualcosa su sta dinamica.

Evidentemente in questo modello di città gli spazi non legati al consumo non sono graditi, tollerati e neppure immaginabili. Un anno fa decidevamo di stare in piazza ogni settimana dopo aver perso la nostra prima sede. Era in parte una risposta a quel colpo subito, ma anche un modo per ricordarci di non rinchiuderci nelle nostre stanze, di sfuggire sempre da qualsiasi idea ghettizante di fortino o isola felice, perché crediamo essenziale restare coi piedi per terra, possibilmente in mezzo alla strada.

Adesso torniamo nella piazza che è la nostra seconda casa, perché siamo ancora più convinte che la città che stanno creando non è quella che vogliamo e sappiamo che in quella piazza incontreremo molte altre persone che lo pensano e vogliono organizzarsi per creare una città diversa e un mondo migliore. Che non vogliono fare la bella vita, ma vogliono una vita bella.

Perché si può iniziare a rovesciare il presente anche così: un martedì sera d’estate, in un angolo della piazza di un quartiere popolare, con un po’ di musica e un bicchiere in mano.

Ci vediamo martedì 13 giugno, alle 18:30, in Campo San Giacomo.
Ci vediamo al primo Burjana Outdoor. Di nuovo

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Iniziative

[07/06] Assemblea-aperitivo contro la repressione!

Il riuscitissimo benefit dello scorso sabato aveva come obiettivo immediato raccogliere dei soldi per pagare delle spese legali. Spese imposte da un giudice a due compagn*, ma che noi abbiamo assunto immediatamente come collettività. Questo perché come qualcuno diceva l’altro giorno dal palco, “la prima e fondamentale funzione della repressione è quella di isolare, separare le responsabilità, colpire individualmente per ridurre il gesto politico a semplice comportamento illegale”. Ci vogliono sole, perché una comunità viva è infinitamente più difficile da addomesticare che degli individui soli.
Non è sempre facile comunicare cosa intendiamo quando diciamo “repressione”, soprattutto a chi non l’ha subita più o meno direttamente. Il concetto può essere astratto, ma è invece molto concreto e materiale l’insieme di dispositivi legali-polizieschi che tentano quasi quotidianamente di colpire determinati gruppi auto-organizzatisi dal basso, o semplicemente azioni e comportamenti di dissenso.
Un dissenso che per noi vuol dire la messa in campo di visioni del mondo diverse da quelle che i poteri statali ed economici cercano di imporci, tentativi di vivere una vita altra rispetto a quella che ogni giorno ci viene calata dall’alto.
In questo contesto, vorremo iniziare una discussione collettiva su come porci davanti a questi meccanismi repressivi, su come possiamo organizzarci meglio per resistere e per rispondere come comunità politica.
Per questo vi aspettiamo mercoledì 7 giugno alle 19 a San Giusto, per un momento di discussione e convivialità in cui iniziare a rispondere insieme a queste questioni.
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Iniziative

[03/06] Manifestazione per la chiusura della base di asfalto di Vrtojba!

[Sabato 3 giugno, ore 10.00]

Gli abitanti di Vrtojba (una città della regione di Goriška) da diversi anni si battono attivamente per la chiusura della base di asfaltatura locale, perché riduce la loro qualità di vita. I residenti non hanno nulla da guadagnare dalla base stessa, a parte gli effetti negativi sulla loro salute.

La base di asfaltatura è particolarmente problematica perché si trova proprio accanto alla città, inquinando gran parte del villaggio. I residenti locali chiedono quindi, giustamente, che la base venga chiusa e spostata altrove. Inizialmente hanno cercato di ottenere questo risultato attraverso i canali istituzionali, ma nonostante le promesse dei ministeri, dell’ispettorato e di altri soggetti politici, la questione non è andata da nessuna parte. Forse anche perché il proprietario della base di asfalto non è uno qualunque, ma la Kolektor Koling, una delle aziende più influenti in Slovenia. Mentre i residenti hanno deciso di adire le vie legali per esercitare ulteriori pressioni e informare l’opinione pubblica sugli sviluppi inaccettabili di Vrtojba, continua anche la mobilitazione: sabato 3 maggio si terrà una manifestazione per la chiusura della base di asfalto di Vrtojba, sul prato accanto alla base di asfalto.

Invitiamo tutti ad unirsi quindi alla manifestazione di Mladi za podnebno pravičnost (Youth for Climate Justice) e dei residenti locali, per dare supporto a questa lotta contro la devastazione del territorio!

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Benefit contro la repressione – Grazie!

Dopo i necessari giorni di ripiglio, ci teniamo a ringraziare pubblicamente tutte e tutti per l’ottima riuscita del concerto benefit di sabato scorso.

Benefit perfettamente riuscito in primis e soprattutto perché ha raggiunto l’obiettivo che si prefissava, cioè aiutare due compagnx a sostenere le spese legali del loro processo, una cifra ingente che grazie alla solidarietà di tuttx è ora possibile sostenere.

Quindi grazie di cuore a tutte le persone che sono venute a bere una birretta, pogare sottopalco, comprare una maglietta o una cartolina.
Grazie ovviamente ai gruppi, Liz Pegris, No So Far, Fanteria di Prima Linea e i nostri compagni della Minoranza di uno, grazie per l’energia e la carica che ci avete dato con la vostra musica.

Un grazie gigante e particolare a Stefano, per tutto, come sempre.

La solidarietà è un’arma e non smetteremo di affinarla, perché purtroppo in futuro ci servirà ancora.

Ci vediamo nelle strade, più oltraggiosx che mai.

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[27/05] Dobrodelni koncert proti represiji!

TRIESTE HARDCORE, SMARZA PRIDE & BURJANA predstavljajo:
DOBRODELNI KONCERT PROTI REPRESIJI
[Parkirisče Ausonia, Riva Traiana]

Zdaj je očitno, kako je italijanski državni aparat v zadnjih letih v Trstu in drugod zoper tovariše_ice izvedel pravo represivno križarsko vojno: z vsemi sredstvi, ki jih ima na voljo, se zdi, da je edini namen udariti po najbolj izpostavljenih subjektivitetah, da bi prestrašili in razdvajali realnosti, ki oživljajo tržaške trge in ulice.

Primeri so najbolj raznovrstni in domiselni: navedemo lahko popolno prepoved shoda 25. aprila, s sramotnim varnostnim spremstvom organov represije, kot tudi vedenje samega kvestorja (šefa policije v mestu), ki je pri komunikaciji s kvesturo (policijo) za lansko »Smarza Pride« parado ponosa paternalistično po eni strani prepričeval tovariše_ice o pomembnosti dogodka, po drugi pa podpisal predpise, ki so prepovedovali paradiranje na mestni obali, da bi zagotovili »pravilno opravljanje gospodarskih dejavnosti«.

V zadnjih letih smo zbrali neskončno število bolj ali manj očitnih primerov: v zvezi s tem se še vedno velja spomniti, kako se je digos (politična policija) zelo trudila, da do hardcore koncerta ni prišlo, ker so pritiskali na lastnike lokalov, kjer naj bi se dogodek zgodil. Razlog? Jasna bližina organizatorja skupinam, ki po njihovem mnenju pripadajo anarhističnemu gibanju.

Digos, kriminalisti in tožilstvo polnijo sodišča s spisi, ki so vredni domišljijske sage, mi pa se soočamo s pritiskom obtožb.

Povod za ta dobrodelni koncert je namreč sodba zaradi neupoštevanja uradne osebe, zoper dva tovariša, obsojena na podlagi domišljijskih pričevanj in skoraj neobstoječih dokazov.

Pričanj tovarišev_ic ob sojenju, ki so predstavila povsem drugačno dinamiko od tiste v zapisniku niso vzeli v obzir.

Ob prvih obsodbah, ki težijo na plečih nekaterih oseb, potrebno je tudi plačati visoke odvetniške stroške, smo se odločili_e, da nikogar ne pustimo samega!

Verjamemo, da je edini možni odgovor na to represivno klimo pripravljenost na druženje in prevzemanje, vsak po svojem občutku, pripravljenosti na izpostavljanje, da ne ostanejo edine tarče zgolj nekatere skupine ali posamezniki!

VSTOP PROST!

Nastopili bodo:
PRED, MED IN PO:
Dj-Set Trash & more by Trieste Hardcore Crew + TBA
Naši koncerti so varen prostor za vse, zato fašističnega, rasističnega, seksističnega, homotransfobnega in žaljivega vedenja nasploh ne bomo tolerirali!

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General

[27/05] Benefit concert against repression!

TRIESTE HARDCORE, SMARZA PRIDE & BURJANA
present:
BENEFIT CONCERT AGAINST REPRESSION
[Ausonia Parking Lot, Riva Traiana]

It is now blatant that these last years the Italian state has been on a stark repressive crusade against comrades, in Trieste as elsewhere. Using every means at its disposal, it seems that the only intent is to strike the most exposed subjects, with the hope of frightening and of dividing more and more the entities that bring life to the squares and streets of Trieste.

The recent cases are the most diverse and imaginative. We can cite the complete ban on the march of last April 25th, along with the shameful security management by the law enforcement officers on that day, or the paternalistic attitude of the police commissioner himself who, during the communication regarding last year’s Smarza Pride at the police headquarters, on the one hand reassured our comrades of the importance of the event and on the other signed the prescriptions prohibiting demonstrations along the shores of Trieste, to ensure “the proper course of economic initiatives.”

We have collected an infinity of more or less clamorous examples of the sort in recent years. More recently, it is worth remembering how the digos went to great lengths to ensure that a hardcore concert would not take place, going as far as putting pressure on the managers of the booked venue. For what reason? The organizers being in cahoots with groups who, according to them, are part of the anarchist area.

The Digos, anti-crime and prosecutors’ offices fill the courts with files worthy of a fantasy saga, piling complaints and lawsuits on our backs.

The specific motivation for this benefit concert is a sentence for contempt of a public official, against two comrades who were convicted on the basis of fanciful testimonies and virtually non-existent evidence. The testimonies given by comrades at the trial, that exposed completely different dynamics from those recounted in the minutes, were obviously disbelieved.

At this point, with the first sentences already weighing on our comrades, lawyers’ fees have to be paid… but we decided not to leave anyone on their own!

We strongly believe that the only possible response to this repressive climate is the desire to create networks and, each according to their sensibility, to expose themselves in solidarity, in order not to leave any group or individual be the only target!

FREE ENTRY!

BEFORE, DURING AND AFTER LIVE MUSIC:
Dj-Set Trash & more by Trieste Hardcore Crew + TBA
Our shows are meant to be safe for everyone. We will not tolerate any fascist, racist, chauvinist, homotransphobic, sexist or abusive behavior.

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Iniziative

[27/05] Concerto benefit contro la repressione!

[SLO]          [ENG]
TRIESTE HARDCORE, SMARZA PRIDE & BURJANA presentano:
CONCERTO BENEFIT CONTRO LA REPRESSIONE
[Riva Traiana, Parcheggio Ausonia]

Appare ormai evidente come l’apparato statale, negli ultimi anni, abbia messo in atto una vera e propria crociata repressiva nei confronti dellə compagnə, a Trieste come altrove: con ogni mezzo a propria disposizione, sembra che l’unico intento sia quello di colpire i soggetti più esposti con la speranza di spaventare e dividere sempre più le realtà che animano le piazze e le strade triestine.

I casi sono i più disparati e fantasiosi: possiamo citare il divieto totale al corteo del 25 aprile scorso, con annessa la vergognosa gestione securitaria delle forze del disordine, come il comportamento tenuto dal questore stesso, che durante la comunicazione in questura dello scorso Smarza Pride, con fare paternalistico, da un lato rassicurava lə compagnə sull’importanza della manifestazione e dall’altra firmava le prescrizioni che vietavano di manifestare lungo le rive di Trieste, per garantire “il corretto svolgimento delle iniziative economiche”.

Di esempi più o meno eclatanti, negli ultimi anni, ne abbiamo collezionati un’infinità: in proposito, vale ancora la pena ricordare come la digos si sia prodigata per far in modo che un concerto hardcore non avesse luogo, facendo pressione sui gestori del locale in cui doveva svolgersi la serata. La ragione? La chiara vicinanza dellə organizzatorə a gruppi, secondo loro, afferenti all’area anarchica.

Digos, anticrimine e procura riempono i tribunali di fascicoli degni di una saga fantasy e noi ci ritroviamo con denunce e processi a nostro carico.

L’occasione di questo benefit, nello specifico, è la pronuncia di una sentenza per oltraggio a pubblico ufficiale, a carico di due compagni, condannati sulla base di testimonianze fantasiose e prove pressoché inesistenti.Le testimonianze fornite dai compagni e dalle compagne in occasione del processo, che mettevano in luce dinamiche completamente diverse da quelle raccontate nei verbali, ovviamente non sono state credute.

Arrivatə a questo punto, con le prime sentenze che pesano sulle spalle di alcune persone, le parcelle dei legali vanno pagate e noi abbiamo scelto di non lasciarə nessunə da solə!

Crediamo che l’unica risposta possibile a questo clima repressivo sia la volontà di fare rete ed assumersi, ognunə secondo la propria sensibilità, la disponibilità ad esporsi, in modo da non lasciare alcuni gruppi o singolə individuə come unici bersagli!

FREE ENTRY!

Con noi ci saranno:
PRIMA, DURANTE E DOPO:
Dj-Set Trash & more by Trieste Hardcore Crew + TBA
I nostri concerti vogliono essere uno spazio sicuro per tuttx, quindi non saranno tollerati comportamenti fascisti, razzisti, maschilisti, omotransfobici, sessisti e abusanti.

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