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Iniziative

[13/04] Aspettando 25 aprile!

Il 25 aprile, come lo scorso anno, abbiamo deciso di lanciare un corteo antifascista. Crediamo che ricordare la liberazione non possa essere solo un momento rituale, ma debba invece essere l’occasione per attualizzare i temi dell’antifascismo militante. Le lotte in difesa dei territori, contro la devastazione ambientale, contro i confini e i CPR, contro la repressione, contro il sistema coloniale, capitalista e patriarcale; quest’anno, con il genocidio in corso a Gaza, ancor di più al fianco del popolo palestinese.

Ci vediamo il 13 aprile alle 16:00 in Campo San Giacomo, per parlare del corteo, stare un po’ assieme e discutere di quanto vogliamo portare in strada!

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Iniziative

[25/04] Corteo antifascista

Il corteo dello scorso 25 aprile ci ha viste in tante, unite dal desiderio di portare in strada l’antifascismo militante oltre le liturgie istituzionali.

Quelle stesse istituzioni che siedono in prima fila alle celebrazioni del 25 aprile mentre sono impegnate in prima fila nel reprimere, multare, sgomberare chi l’antifascismo lo pratica e lo vive ogni giorno.

Il 25 aprile ritorneremo sulle strade che ci hanno negato l’anno scorso, portando la nostra rabbia verso un sistema autoritario, patriarcale e capitalista.

Vogliamo denunciare un sistema coloniale che si è arricchito saccheggiando le ricchezze del mondo e che adesso assiste, quando non alimenta, il genocidio del popolo palestinese. Complici e solidali con la resistenza palestinese!

Vogliamo denunciare anche il clima di guerra sempre più forte, la mobilitazione permanente in cui ci vogliono condurre per la sopravvivenza degli interessi del capitale, dei padroni, per la depredazione delle risorse del pianeta.

Combattere il fascismo, per noi, significa lottare a fianco di chi resiste sopra i tetti dei CPR, di chi attraversa le frontiere senza documenti, di chi si rivolta nelle prigioni e sul lavoro, di chi resiste agli sgomberi, di chi difende i territori.

Sappiamo bene che l’antifascismo e l’autodifesa non può essere delegata a istituzioni e tribunali. Per questo stiamo dalla parte delle compagne che il 3 febbraio scorso, a Budapest, hanno deciso di scavalcare la barricata di paura e silenzio, riprendendosi lo spazio che era sotto assedio dai nazisti. Libertà per Ilaria, Maya, Tobias e Gabriele!

Per questo e per altro! Corteo antifascista in Campo San Giacomo ore 9.00

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Iniziative

[17/03] Inaugurazione L’Impronta – Serigrafia militante

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Notizie e comunicati

Aggiornamenti dal CPR di Gradisca

Sappiamo quali siano le condizioni del CPR di Gradisca, di ogni lager di quel tipo. La tortura e la segregazione sono il loro ordine di funzionamento. Lo vediamo quando cerchiamo di portare qualche pacco ai reclusi all’interno: forze di polizia di ogni tipo, in costante tenuta antisommossa, a governare la macchina dell’internamento e della deportazione con il manganello.

Sappiamo anche quanto i reclusi all’interno siano combattivi e resistenti: le rivolte sono continue, i tentativi di evasione si susseguono. Viva la libertà!

Scriviamo tutto questo perché sappiamo che in questi minuti due persone, in un tentativo di evasione, sono salite sul tetto, braccate dalle guardie sotto. Minacciano di gettarsi nel vuoto, a questo sono costretti. Ci sono proteste in corso.

Mandiamo il nostro caloroso abbraccio a tutti i reclusi, a tutti i resistenti. E che tutti sappiano, così almeno da evitare i loro maledetti insabbiamenti, il silenzio in cui vogliono confinare le vite tra quelle mura!

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Eventi

[12/03] Grandi navi a Trieste: più lavoro o più sfruttamento?

Dopo il primo incontro di qualche mese fa, torniamo a parlare di grandi navi a Trieste, questa volta provando a sfatare il mito dei “posti di lavoro, reddito e crescita economica” tanto sbandierato dalla propaganda comunale.

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Notizie e comunicati

Solidarity not charity – Costruire comunità di resistenza

Dopo l’importante iniziativa di ieri, condividiamo alcuni pensieri, consapevoli che la questione del Silos non è un momento marginale, episodico, delle dinamiche complessive che vengono portate avanti a Trieste. È una vicenda che si inserisce direttamente nelle trasformazioni e nei piani di sviluppo della città (e di Porto Vecchio in primis). Basti pensare a quella zona cittadina e alle sue contraddizioni: un centro-vetrina più impostato per lo sbarco delle crociere e per il turismo in generale che per la vita della cittadinanza; l’inutile e dannoso progetto dell’ovovia come unica proposta di “mobilità sostenibile”; la guerra ai poveri dichiarata dal crescente dispiegamento militare e di polizia (con il ghetto Silos come sfondo). Tutti questi elementi convergono vertiginosamente, mostrando il senso e gli effetti di quanto sta succedendo a Trieste.
https://www.youtube.com/watch?v=MYfuRm6Duo8
Di fronte a questi scenari, rivendichiamo l’importanza della solidarietà e della costruzione di esperienze autonome dal basso, anche rispetto ai flussi migratori: un modo per superare innanzitutto la gerarchia razzista che governa le realtà interne ed esterne alla frontiera. La giornata di solidarietà di ieri in Silos ha mostrato che è possibile costruire – anche solo per qualche ora – delle comunità resistenti, trasversali, di lotta e socialità.
Solidarity not charity, il titolo dell’iniziativa, indicava un approccio concreto per riconoscere e riconoscerci all’interno della questione. Lottare assieme, costruire una resistenza prima di tutto politica, una solidarietà di classe e non (solo) umanitaria.
Le persone del Silos sono le stesse che vengono sfruttate nei cantieri della città, nei servizi di delivery, nell’agricoltura, a Trieste e altrove. Che si battono con il sindacalismo di base nei magazzini della logistica contro l’ipersfruttamento del settore, che finiscono nell’inferno dei CPR, e che non cedono neanche di fronte alla violenza più cieca della tortura, perché magari – un giorno – si troveranno senza documenti. Si tratta delle stesse persone che subiscono la violenza della polizia e delle sue istituzioni: per il rinnovo di un permesso di soggiorno o per un controllo in strada, in una guerra interna al povero, al diverso, a chi si ribella.
La situazione del Silos non è dunque solo il risultato dell’inazione del Comune, che pure come segnalato nella giornata di ieri avrebbe tutti gli strumenti per offrire riparo e conforto a chi ne ha bisogno. Lì a fianco c’è una struttura che lo permetterebbe fin da ora, ma evidentemente gli interessi sono altri. C’è la volontà di mantenere e tenere sotto controllo centinaia di persone in arrivo dalla rotta balcanica, in condizioni di sfruttamento e dipendenza, per renderle forza lavoro ricattabile come popolazione di scarto.
Di testimonianze e storie ne conosciamo a migliaia. Metterle assieme, per costruire esperienze di solidarietà, è ciò che può rompere questo meccanismo di segregazione e isolamento, utile solo a mantenere il sistema di oppressione di classe che governa le nostre vite.
Battersi contro il regime delle frontiere e dello sfruttamento è soprattutto una questione politica, non di umanità. È riconoscere le medesime condizioni di sfruttamento e controllo nell’intera società, trovando le alleanza possibili – e auspicabili – per combatterle. Concludiamo dunque portando la nostra solidarietà a due episodi di lotta, a due “incidenti” nell’ordine normalizzato:
– la lotta ai CPR come meccanismi di segregazione razzista dello stato, con il recente arresto di Jamal: resistere alla macchina delle espulsioni è possibile! Il nostro abbraccio a lui e a chi lotta.
– la giornata del Brennero del 7 maggio 2016, in cui una manifestazione blocca la frontiera italo-austriaca in seguito all’annuncio della costruzione di un muro anti-immigrati al confine. Una proposta che si inseriva nell’ottica complessiva del controllo e della violenza di frontiera lungo tutta la rotta balcanica. Una vicenda che a Trieste conosciamo bene, con tutte le conseguenze che continua ad avere sulle persone in movimento. Fra poco la Cassazione sarà chiamata a decidere sulle condanne a decine di militanti a oltre 100 anni di carcere complessivi. Solidarietà, una volta di più, con chi lotta contro questa sistema di devastazione e guerra!
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Iniziative

[19/01] Giornata di mobilitazione in solidarietà a Stecco

Vogliamo far sentire il nostro calore e la nostra solidarietà al compagno Stecco, arrestato dopo essersi dovuto nascondere per due anni a causa della macchina repressiva dello Stato.

Stecco è ora detenuto al carcere di Imperia per vari cumuli di pena, conseguenza della sua militanza contro stato, carceri e capitale. Il 19 gennaio sarà a Trieste, per l’udienza di un processo che lo vedo coinvolto: un’occasione per fargli sentire la nostra vicinanza e ribadire una volta di più la nostra complicità con le lotte che ha portato avanti. Il fatto che gli viene contestato, per cui tra l’altro sono già stati/e assolti/e altri/e compagni/e, fu un’iniziativa che si tenne il primo maggio del 2021, in piena “emergenza” covid, per denunciare i massacri nelle carceri, la gestione autoritaria dell’epidemia, la strage di stato voluta da Confindustria.

Sappiamo che condanne, tribunali e carcere sono frutto di una società ingiusta, che avvita le questioni sociali sulle responsabilità individuali del singolo, fino a scaricare su ognuno ed ognuna di noi la colpa di vivere in un mondo di miseria e devastazione.

Stecco, come tante e tanti, non si è arreso e a testa alta ha continuato a lottare, consapevole che forse, a un certo punto, sarebbe arrivato il conto. Il minimo che si può fare è stargli vicino, portargli solidarietà, rilanciare con forza la giustezza delle lotte che ha affrontato.

Da troppi anni la repressione avanza senza freni, la rete del controllo è sempre più opprimente, le condanne per reati “politici” sono sempre più pesanti. La macchina repressiva schiaccia e opprime chi non accetta un mondo basato sullo sfruttamento, sulla guerra e sulla devastazione del territorio a favore del profitto. Stiamo pagando con la nostra libertà la difesa del sogno rivoluzionario, la lotta per una società libera da ogni forma di dominazione e rispettosa del vivente.

La loro repressione non ci deve spaventare: più le tenaglie si stringono, più vogliamo far crescere compatta e solidale la nostra rabbia.

Diciannove gennaio, a fianco di Stecco!

Presenza solidale – Tribunale di Trieste
Promossa dall’Assemblea contro il Carcere e la Repressione
Ore 11 (in concomitanza con un’udienza di Stecco)
e a seguire, ore 14, presidio sotto il carcere del Coroneo

Serata Benefit – Bibitando e Magnando (via dell’Istria, 24)
Dalle 18, cena e musica con Phoenix Collective, Minoranza di Uno, Dj Sordo, Maria Randagia e Vecchia Volpe!

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Approfondimenti

[AUDIO] Dall’antimilitarismo a Radio Alice e ancora più in là

Per chi non è riuscita a venire, condividiamo l’audio dell’incontro dello scorso 15 dicembre con Valerio Minnella e Filo Sottile a proposito della pubblicazione del libro Se vi va bene bene se non seghe (scritto insieme a Wu Ming 1).

Potrete ascoltare delle primissime lotte antimilitariste per l’obbiezione di coscienza, di solidarietà nelle carceri mlitari, del servizio civile di Valerio nell’Opp di Trieste aperto da Basaglia, di Radio Alice e il suo sgombero il 12 marzo 1977, di lottare insieme lasciando da parte i dogmatismi.

Buon ascolto!

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[16/12] Mostre & fiere – freakshow di e con Filo Sottile [Smarza Pride]

SABATO 16 DICEMBRE, ORE 17.30, Via Tarabocchia 3, Trieste

“C’è vita fuori dalle caselle M e F. Irregolari in terre di nessuno. Occupanti delle zone di confine. Fuorilegge fra le tagliole dei generi.”

Che cosa sia Mostre & Fiere lo potete leggere qua, dalle parole della sua autrice, ideatrice e attrice, Filomena “Filo” Sottile.

Perché abbiamo chiesto a Filo di mettere in scena questo spettacolo – nella consueta difficoltà che caratterizza ogni tentativo di trovare una casa a iniziative come questa a Trieste – è invece una domanda a cui tentiamo di rispondere noi con qualche appunto volante:

  • perché se non proviamo a parlare di corpi, autodeterminazione e sessualità, che ci stiamo a fare?
  • perché, in modo irriverente, divertente e intelligente, questo spettacolo è un assalto alla Norma e al binarismo.
  • perché l’arte, nella forma che preferite, ci continua a sembrare il miglior punto di partenza per riflettere e lottare assieme.
  • perché qualcunə di noi l’ha visto, questo show, e ne è ancora innamoratə.
  • perché Mostre & Fiere, soprattutto, parla di noi!
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[15/12] Dall’antimilitarismo a Radio Alice e ancora più in là

VENERDÌ 15 DICEMBRE, ORE 18.30, CASA DEL POPOLO DI SOTTOLONGERA (Via Masaccio 24, Trieste – linee 35 e 35/)

«Io non spero più in chi ha identità consolidate e si considera compagno. Io spero in chi arriverà. Guardo alle persone giovani. Spero che questo libro non finisca in mano al ceto politico della “sinistra” ma a tutte altre persone. Tutte le esperienze che stai raccontando sono esperienze radicali, rigorose, ma mai settarie, lì c’è il segreto del loro successo. Sia la lotta per l’obiezione di coscienza che Radio Alice sono grandi contenitori di differenze che però le hanno anche sapute valorizzare. Tutto questo è oro.»

Attivista nel Belìce post terremoto, avanguardia nella lotta per l’obiezione di coscienza, obiettore in servizio civile a Trieste con Basaglia, cofondatore di Radio Alice ed eterno promotore dal basso dell’autonomia tecnologica: Valerio Minnella ha fatto molte cose e visto molta gente. Vi aspettiamo per conversare con lui, accompagnate da Filo Sottile, che insieme a Wu Ming 1 e allo stesso Valerio hanno creato in tre anni di lavoro questo «oggetto narrativo non identificato».