
Author: burjana


A distanza di un anno, la storia si ripete, questa volta come farsa: dopo aver cercato di mettere al bando l’antifascismo nel suo giorno d’elezione e aver clamorosamente fallito, quest’anno la Questura giuliana ci delizia con il vecchio trucco della finta disponibilità. Nonostante l’avviso giunto con largo anticipo e le interlocuzioni verbali avvenute nella massima disponibilità, al momento di arrivare al dunque anche quest’anno scattano le prescrizioni per lx antifascistx.
Un breve riassunto dei fatti: il 16 marzo con una mail comunicavamo alla Questura la nostra volontà di organizzare un corteo antifascista con partenza da Campo San Giacomo alle 9 e arrivo in Largo Martiri della Risiera dopo essere transitati per via dell’Istria […] via di Servola e Ratto della Pileria. Circa un mese dopo, la Questura ci rispondeva, esprimendo perplessità sia riguardo all’orario di partenza che al percorso prima per via telefonica e poi convocando un incontro con la dirigente della locale Digos. Durante la chiacchierata, di fronte alle richieste della Questura, ribadivamo come per noi l’orario di partenza fosse fondamentale, mentre riguardo il percorso ci dicevamo più flessibili: per quanto ci piacerebbe poter scendere Ratto della Pileria, si poteva valutare un giro più lungo, attorno allo stadio, venendo così incontro alla loro esigenza di ridurre il numero di persone intorno alla Risiera, che quest’anno vede per la prima volta l’applicazione di nuove regole di sicurezza e quindi un tetto massimo agli ingressi e potenzialmente una presenza più massiccia di persone all’esterno (secondo la Questura). L’incontro si scioglie con promesse e rassicurazioni, ormai possiamo dire “le solite”.
Nelle prescrizioni arrivate ufficialmente il 15 aprile si “prende atto” delle esigenze espresse dagli organizzatori, ma nei fatti, poi, non si recepisce né viene incontro su nulla. Prescrivendo di “effettuare il preannunciato corteo il 25 aprile prossimo, con concentramento in Campo San Giacomo e partenza non prima delle ore 12:00 seguendo via dell’Istria […], via di Servola, via Carpineto, via Valmaura, via Flavia, via Milani ed arrivo in Largo Martiri della Risiera […] terminando entro e non oltre le ore 15” per il secondo anno consecutivo la Questura cerca di mettere il bavaglio a un corteo antifascista proprio il 25 aprile. Vengono prescritti orari e percorso modificati, a quel punto potevano anche non convocarci la volta prima.
Vogliamo che il corteo sia in contemporanea alle celebrazioni ufficiali perché vuole rappresentarne un’alternativa e una critica. Che il 25 aprile sia ormai una vuota e sterile pantomima, buona per mettersi la coscienza a posto a destra come a sinistra, non serve neanche perder troppe parole a ricordarlo.
Sono proprio le istituzioni locali a portare avanti per prime, nel quotidiano, atteggiamenti fascisti: nell’arroganza del Comune verso i comitati e collettivi cittadini che esprimono critiche e contrarietà sui progetti di gestione dei beni pubblici ed attraverso la marginalizzazione di migranti e persone in difficoltà; nella continua spirale repressiva della Questura, che da anni ormai va contraendo sempre più il diritto a manifestare, e nella persecuzione delle soggettività “scomode”, prostrandosi così ai desiderata di Comune e Regione nel creare una città-vetrina sempre più grande e sempre più a uso e consumo di turismo, speculazione, consumismo.
Come si possa pensare, infatti, che prescrivere un corteo il 25 aprile tra le 12 e le 15 per nessun’altra ragione che non salvaguardare il viavai di auto blu – perché questa è l’unica valida ragione che si scorge, tra le righe del solito “safety and security” e il provvidenziale paravento delle nuove norme antincendio che impongono una capienza massima dentro la Risiera — risulta del tutto incomprensibile a chi il 25 aprile l’abbia celebrato anche solo una volta nella vita.
In aggiunta viene anche prescritto un percorso più lungo, che faccia arrivare il corteo in Risiera girando intorno allo stadio e non scendendo direttamente da Servola come era invece stato comunicato. Non avremmo avuto problemi ad integrare il cambio di percorso proprio per venire incontro alle esigenze di Questura e Prefettura di non affollare l’area antistante alla Risiera dal lato di Via Valmaura: l’applicazione di entrambe le misure è irricevibile, in quanto vuole relegare il corteo ad un orario in cui perde di significato ed incisività, mira a renderlo invisibile a chi partecipa alle celebrazioni ufficiali, silenziando e nascondendo agli occhi di cittadinanza e stampa lì presenti gli interventi e le critiche che il corteo porrà.
Evidentemente la Questura quest’anno cerca di non replicare la becera figura dell’anno scorso — quando una gestione della piazza criminale aveva visto camionette e schieramenti antisommossa tentare di bloccare non solo il corteo ma anche l’accesso alla Risiera stessa — mettendo piuttosto la maschera democratica di chi a parole tutela il diritto a manifestare, a patto che lo faccia obbedendo a tempi e percorsi scelti da loro.
Questo tentativo di imbrigliare le espressioni di dissenso in gabbie di orari e strade, pensate per nascondere e sminuire i contenuti e le richieste che i movimenti portano, non è nuovo e non si limita al 25 aprile — per quanto misure restrittive alla libertà di manifestare risultino in questa giornata ancora più surreali del solito — ma sono approccio ormai diventato prassi.
Da anni è quasi impossibile organizzare presidi e cortei in centro con motivazioni sempre più fantasiose, inclusa quella di non arrecare disturbo allo shopping.
Al contempo, la macchina della repressione si muove con forza sempre più spropositata: dagli schieramenti di agenti antisommossa in ogni occasione alle denunce che piovono con imputazioni esagerate e circostanziali, con ben pochi risultatati tangibili una volta arrivati in tribunale.
Un occhio meno attento, più malizioso o forse più propenso a vedere trame inesistenti parlerebbe persino di provocazione poliziesca, perché è del tutto naturale che come collettivo non abbiamo nessuna intenzione di accettare queste prescrizioni.
Ribadiamo quindi la nostra ferma intenzione di svolgere un corteo antifascista nella giornata più simbolica dell’anno.
L’appuntamento resta dunque per il 25 aprile alle ore 9 in Campo San Giacomo, più determinatx che mai, per dimostrare il nostro rifiuto e rimandando al mittente ogni ricatto poliziesco.
[13/04] Aspettando 25 aprile!

Il 25 aprile, come lo scorso anno, abbiamo deciso di lanciare un corteo antifascista. Crediamo che ricordare la liberazione non possa essere solo un momento rituale, ma debba invece essere l’occasione per attualizzare i temi dell’antifascismo militante. Le lotte in difesa dei territori, contro la devastazione ambientale, contro i confini e i CPR, contro la repressione, contro il sistema coloniale, capitalista e patriarcale; quest’anno, con il genocidio in corso a Gaza, ancor di più al fianco del popolo palestinese.
Ci vediamo il 13 aprile alle 16:00 in Campo San Giacomo, per parlare del corteo, stare un po’ assieme e discutere di quanto vogliamo portare in strada!
[25/04] Corteo antifascista

Il corteo dello scorso 25 aprile ci ha viste in tante, unite dal desiderio di portare in strada l’antifascismo militante oltre le liturgie istituzionali.
Quelle stesse istituzioni che siedono in prima fila alle celebrazioni del 25 aprile mentre sono impegnate in prima fila nel reprimere, multare, sgomberare chi l’antifascismo lo pratica e lo vive ogni giorno.
Il 25 aprile ritorneremo sulle strade che ci hanno negato l’anno scorso, portando la nostra rabbia verso un sistema autoritario, patriarcale e capitalista.
Vogliamo denunciare un sistema coloniale che si è arricchito saccheggiando le ricchezze del mondo e che adesso assiste, quando non alimenta, il genocidio del popolo palestinese. Complici e solidali con la resistenza palestinese!
Vogliamo denunciare anche il clima di guerra sempre più forte, la mobilitazione permanente in cui ci vogliono condurre per la sopravvivenza degli interessi del capitale, dei padroni, per la depredazione delle risorse del pianeta.
Combattere il fascismo, per noi, significa lottare a fianco di chi resiste sopra i tetti dei CPR, di chi attraversa le frontiere senza documenti, di chi si rivolta nelle prigioni e sul lavoro, di chi resiste agli sgomberi, di chi difende i territori.
Sappiamo bene che l’antifascismo e l’autodifesa non può essere delegata a istituzioni e tribunali. Per questo stiamo dalla parte delle compagne che il 3 febbraio scorso, a Budapest, hanno deciso di scavalcare la barricata di paura e silenzio, riprendendosi lo spazio che era sotto assedio dai nazisti. Libertà per Ilaria, Maya, Tobias e Gabriele!
Per questo e per altro! Corteo antifascista in Campo San Giacomo ore 9.00

Sappiamo quali siano le condizioni del CPR di Gradisca, di ogni lager di quel tipo. La tortura e la segregazione sono il loro ordine di funzionamento. Lo vediamo quando cerchiamo di portare qualche pacco ai reclusi all’interno: forze di polizia di ogni tipo, in costante tenuta antisommossa, a governare la macchina dell’internamento e della deportazione con il manganello.
Sappiamo anche quanto i reclusi all’interno siano combattivi e resistenti: le rivolte sono continue, i tentativi di evasione si susseguono. Viva la libertà!
Scriviamo tutto questo perché sappiamo che in questi minuti due persone, in un tentativo di evasione, sono salite sul tetto, braccate dalle guardie sotto. Minacciano di gettarsi nel vuoto, a questo sono costretti. Ci sono proteste in corso.
Mandiamo il nostro caloroso abbraccio a tutti i reclusi, a tutti i resistenti. E che tutti sappiano, così almeno da evitare i loro maledetti insabbiamenti, il silenzio in cui vogliono confinare le vite tra quelle mura!

Dopo il primo incontro di qualche mese fa, torniamo a parlare di grandi navi a Trieste, questa volta provando a sfatare il mito dei “posti di lavoro, reddito e crescita economica” tanto sbandierato dalla propaganda comunale.


Vogliamo far sentire il nostro calore e la nostra solidarietà al compagno Stecco, arrestato dopo essersi dovuto nascondere per due anni a causa della macchina repressiva dello Stato.
Stecco è ora detenuto al carcere di Imperia per vari cumuli di pena, conseguenza della sua militanza contro stato, carceri e capitale. Il 19 gennaio sarà a Trieste, per l’udienza di un processo che lo vedo coinvolto: un’occasione per fargli sentire la nostra vicinanza e ribadire una volta di più la nostra complicità con le lotte che ha portato avanti. Il fatto che gli viene contestato, per cui tra l’altro sono già stati/e assolti/e altri/e compagni/e, fu un’iniziativa che si tenne il primo maggio del 2021, in piena “emergenza” covid, per denunciare i massacri nelle carceri, la gestione autoritaria dell’epidemia, la strage di stato voluta da Confindustria.
Sappiamo che condanne, tribunali e carcere sono frutto di una società ingiusta, che avvita le questioni sociali sulle responsabilità individuali del singolo, fino a scaricare su ognuno ed ognuna di noi la colpa di vivere in un mondo di miseria e devastazione.
Stecco, come tante e tanti, non si è arreso e a testa alta ha continuato a lottare, consapevole che forse, a un certo punto, sarebbe arrivato il conto. Il minimo che si può fare è stargli vicino, portargli solidarietà, rilanciare con forza la giustezza delle lotte che ha affrontato.
Da troppi anni la repressione avanza senza freni, la rete del controllo è sempre più opprimente, le condanne per reati “politici” sono sempre più pesanti. La macchina repressiva schiaccia e opprime chi non accetta un mondo basato sullo sfruttamento, sulla guerra e sulla devastazione del territorio a favore del profitto. Stiamo pagando con la nostra libertà la difesa del sogno rivoluzionario, la lotta per una società libera da ogni forma di dominazione e rispettosa del vivente.
La loro repressione non ci deve spaventare: più le tenaglie si stringono, più vogliamo far crescere compatta e solidale la nostra rabbia.
Diciannove gennaio, a fianco di Stecco!
Presenza solidale – Tribunale di Trieste
Promossa dall’Assemblea contro il Carcere e la Repressione
Ore 11 (in concomitanza con un’udienza di Stecco)
e a seguire, ore 14, presidio sotto il carcere del Coroneo
Serata Benefit – Bibitando e Magnando (via dell’Istria, 24)
Dalle 18, cena e musica con Phoenix Collective, Minoranza di Uno, Dj Sordo, Maria Randagia e Vecchia Volpe!

Per chi non è riuscita a venire, condividiamo l’audio dell’incontro dello scorso 15 dicembre con Valerio Minnella e Filo Sottile a proposito della pubblicazione del libro Se vi va bene bene se non seghe (scritto insieme a Wu Ming 1).
Potrete ascoltare delle primissime lotte antimilitariste per l’obbiezione di coscienza, di solidarietà nelle carceri mlitari, del servizio civile di Valerio nell’Opp di Trieste aperto da Basaglia, di Radio Alice e il suo sgombero il 12 marzo 1977, di lottare insieme lasciando da parte i dogmatismi.
Buon ascolto!